RACCONTI & OPINIONI

Militante di sinistra lottò contro la dittatura militare in Brasile. Campione nello sport e nella vita.


ADDIO SOCRATES, COMPAGNO CALCIATORESocrates è morto. Il grande calciatore era ricoverato da alcuni giorni presso l’ospedale Albert Einstein per un’infezione intestinale. Le sue condizioni erano apparse subito critiche. Da qualche tempo l’ex calciatore non godeva di buona salute e recentemente aveva ammesso di soffrire di problemi legati al consumo prolungato di alcool. Laureato in medicina e per questo soprannominato “il dottore”, Socrates fu uno dei giocatori simbolo della nazionale brasiliana nei primi anni Ottanta. Nel 1982 era capitano della Seleçao, di cui facevano parte tra gli altri anche Falçao e Zico. Durante la celeberrima Italia-Brasile 3-2, che costò l’eliminazione ai verdeoro e spalancò ai ragazzi di Bearzot le porte della semifinale, fu autore del gol del primo momentaneo pareggio. Prese parte anche al mondiale del 1986 in Messico. Nel 1984 fu acquistato dalla Fiorentina, in cui militò una sola stagione collezionando 25 presenze e realizzando 6 gol. Tornato in Brasile, si ritirò nel 1988. Nel 2004 era brevemente tornato in campo con il Garforth Town, squadra dilettantistica inglese di cui era anche allenatore. Militante di sinistra, spirito libero ed estroso, Socrates è ricordato in Brasile per aver lottato a favore della democrazia durante il regime militare, e soprattutto per aver tentato di applicare le sue convinzioni anche negli spogliatoi. La «democrazia corinthiana», come divenne nota in Brasile, fu un movimento che cambiò la vita quotidiana del club, con i giocatori chiamati non solo ad obbedire alle scelte degli allenatori, ma a decidere insieme strategie in campo e fuori. Un’utopia che non ha poi avuto molto seguito, ma che al Corinthians funzionò, portando due titoli nazionali nel 1982-83. Finita la carriera, Socrates è stato commentatore di calcio e columnist di un noto settimanale, Carta Capital. Sempre accompagnato, purtroppo, dal vizio dell’alcol. 05/12/2011 www.globalist.it