RACCONTI & OPINIONI

La legge sul prepensionamento è il provvedimento con la più lunga gestazione della nostra Repubblica:17 anni


La disabilità non deve fare cassa Abbiamo tra le mani una lettera aperta e il destinatario è il Ministro Elsa Fornero. Ne riportiamo qualche stralcio: “Sono la mamma di Letizia, una ragazza con Sindrome di Angelman e gravemente cerebrolesa dalla nascita. Sono una mamma divorziata che ha incontrato sulla sua strada un uomo che voleva essere padre per Letizia ma che la vita ha voluto mettere a dura prova, rendendo anch’egli disabile per una emorragia cerebrale. Ora sono quindi l’unico mezzo di sostegno della mia famiglia, sia sul piano economico che per le cure di cui i miei familiari hanno bisogno. 24 ore al giorno di impegno fisico per l’assistenza, pannoloni, igiene, alimentazione, visite, burocrazia… E il lavoro… Quel lavoro che ti allontana dai tuoi cari alle 6,00 del mattino nella speranza che la giornata fili liscia e che loro non abbiano bisogno, che non sopraggiunga un’emergenza. Quell’impegno fuori casa che ti lacera perché ti toglie anche la pur minima possibilità di recupero, di tempo per uno spazio minimo di vita propria, che ami e che fai con passione ma al quale non potrai mai dare il massimo. Tutto questo per 365 giorni l’anno, senza ferie ne’ riposo, senza notti di sonno garantito e senza un momento per staccare la spina! Abbiamo visto riconoscere il prepensionamento ai disabili lavoratori, ai guidatori di autobus, ai palombari, ai minatori e a molti altri che, con tutto il rispetto per l’usura alla quale sono sottoposti, sul riposo e su momenti di recupero possono contare. Vediamo tuttora i nostri rappresentanti politici andare in pensione con 5 anni di contributi, se non meno. Abbiamo visto baby pensionati, durante tutto il corso della nostra vita, reclamare un diritto acquisito aberrante ed ingiusto.(…) Nemmeno le linee guida dell’Unione Europea sui diritti dei disabili la prendono in considerazione, la disabilità. Queste infatti prevedono abbattimento di barriere architettoniche, accesso al lavoro, integrazione scolastica… Tuttavia noi familiari di disabili gravissimi, che hanno bisogno di noi 24 ore su 24, 365 giorni l’anno per tutti gli anni fino alla fine dei nostri giorni, avremmo voluto vedere un cenno di sostegno alla domiciliarità familiare e ai familiari care-giver che rappresentano gambe, braccia, voce, pensiero, affetti di cittadini che non sono in grado di esprimere nemmeno i loro bisogni primari. Davanti ai nostri occhi decine di proposte di legge per il nostro prepensionamento, firmate da centinaia e centinai di parlamentari, sempre bloccate per una non meglio precisata mancanza di fondi, dedicati poi a ben altro. Abbiamo visto genitori cedere alla disperazione. Abbiamo assistito all’erosione di ingenti fondi per la disabilità a causa di sprechi e disattenzione. Abbiamo subito gli attacchi di lobby potenti, timorose di una risposta onerosa ai nostri diritti che togliesse loro spazio e appetiti… e molto altro ancora. (…) La vogliamo veramente l’equità sociale auspicata dal Primo Ministro Monti? E allora raggiungiamola! Senza dimenticare che non c’è benessere economico se anche solo una fascia della popolazione di un paese soffre le ingiustizie e le violenze che le famiglie dei disabili gravissimi sono costrette a subire quotidianamente.Ossequi Simona Bellini Simona Bellini è la presidente del Coordinamento famiglie disabili gravi e gravissimi. Sono più di 3.500 famiglie. Li abbiamo già conosciuti in occasione del 15 ottobre grazie a delle interviste pubblicate su Controlacrisi . Questa lettera aperta che mostra, peraltro, una forte indignazione per l’indifferenza da parte dei mass media e nasce dunque dall’esigenza di un necessario confronto con il ministro del welfare, Elsa Fornero. Sono trascorsi più di dieci giorni da questa missiva e ad oggi, c’è da dire, se la presente ha avuto un risultato è stato solo quello di far passare il mittente da un ufficio all’altro, da una chiamata all’altra. Nient’altro? Nient’altro! Nessuno ha concesso ancora un incontro al Coordinamento dei disabili gravi e gravissimi. Si sono arresi? Assolutamente no. La Bellini e il Coordinamento non si sono fermati. Hanno deciso di proseguire con le maniere forti. Era già nota la minaccia di incatenarsi qualora non avessero ricevuto un appuntamento con la Fornero. Così la settimana scorsa il Coordinamento ha tenuto fede alla sua “promessa”. Non hanno titubato e si sono incatenati davanti agli studios di Servizio Pubblico. Bisogna portare alla luce la disabilità gravissima, che appartiene a poche migliaia di famiglie, ma di cui le istituzioni non si interessano. Anche dopo il passaggio in televisione a muoversi è stato ben poco. Nessun interesse. Un’unica notizia di un’agenzia stampa. E oggi? Oggi si è in attesa della riforma previdenziale. E le posizioni del Coordinamento delle famiglie di disabili gravissimi non sono mutate. Restano in attesa di un colloquio che avvenga prima della riforma. Se verrà assegnato solo dopo la riforma, nessuna tregua, il Coordinamento forte non esiterà nuovamente a scendere in piazza. "Quando è stato formato il governo tecnico – ammette la Bellini - e si è cominciato a parlare di riforma previdenziale, abbiamo pensato fosse il momento giusto per trovare finalmente una risposta al problema di chi assiste i disabili gravissimi. La legge sul prepensionamento di questa categoria è il provvedimento con la più lunga gestazione della nostra Repubblica: sono 17 anni che l'aspettiamo.Ossequi Simona Bellini Simona Bellini è la presidente del Coordinamento famiglie disabili gravi e gravissimi. Sono più di 3.500 famiglie. Li abbiamo già conosciuti in occasione del 15 ottobre grazie a delle interviste pubblicate su Controlacrisi . Questa lettera aperta che mostra, peraltro, una forte indignazione per l’indifferenza da parte dei mass media e nasce dunque dall’esigenza di un necessario confronto con il ministro del welfare, Elsa Fornero. Sono trascorsi più di dieci giorni da questa missiva e ad oggi, c’è da dire, se la presente ha avuto un risultato è stato solo quello di far passare il mittente da un ufficio all’altro, da una chiamata all’altra. Nient’altro? Nient’altro! Nessuno ha concesso ancora un incontro al Coordinamento dei disabili gravi e gravissimi. Si sono arresi? Assolutamente no. La Bellini e il Coordinamento non si sono fermati. Hanno deciso di proseguire con le maniere forti. Era già nota la minaccia di incatenarsi qualora non avessero ricevuto un appuntamento con la Fornero. Così la settimana scorsa il Coordinamento ha tenuto fede alla sua “promessa”. Non hanno titubato e si sono incatenati davanti agli studios di Servizio Pubblico. Bisogna portare alla luce la disabilità gravissima, che appartiene a poche migliaia di famiglie, ma di cui le istituzioni non si interessano. Anche dopo il passaggio in televisione a muoversi è stato ben poco. Nessun interesse. Un’unica notizia di un’agenzia stampa. E oggi? Oggi si è in attesa della riforma previdenziale. E le posizioni del Coordinamento delle famiglie di disabili gravissimi non sono mutate. Restano in attesa di un colloquio che avvenga prima della riforma. Se verrà assegnato solo dopo la riforma, nessuna tregua, il Coordinamento forte non esiterà nuovamente a scendere in piazza. "Quando è stato formato il governo tecnico – ammette la Bellini - e si è cominciato a parlare di riforma previdenziale, abbiamo pensato fosse il momento giusto per trovare finalmente una risposta al problema di chi assiste i disabili gravissimi. La legge sul prepensionamento di questa categoria è il provvedimento con la più lunga gestazione della nostra Repubblica: sono 17 anni che l'aspettiamo”. Isabella Borgheseinserto LOTTE quotdiano Liberazione15/11/2011