RACCONTI & OPINIONI

Un’indagine del progetto comunitario Iris, ha riguardato 253 operatori, a Palermo, Mazara del Vallo, Pescara e Teramo


Violenza sulle donne immigrate e operatori sanitari Un terzo degli operatori socio sanitari ha redatto un certificato medico su episodi di violenza sulle migranti. Uno su cinque ha visto segni di mutilazioni genitali. Individuare il grado di conoscenza degli operatori socio-sanitari sulle forme di violenza che interessano le donne migranti presenti in Italia e fornire una mappatura degli strumenti a disposizione dei presidi sanitari, con uno sguardo particolare sui matrimoni combinati e le mutilazioni genitali femminili.Sono questi gli obiettivi della seconda conferenza transnazionale all’interno del progetto comunitario “Iris” che ha visto ieri a Palermo presentare i risultati della seconda indagine a livello nazionale. La ricerca ha riguardato 253 operatori, oggetto di un campione nelle aree territoriali di Palermo, Mazara del Vallo, Pescara e Teramo. Secondo l’indagine, il 33 per cento degli operatori italiani ha redatto un certificato medico su episodi di violenza sulle migranti, che è fisica nel 75 per cento dei casi, sessuale nel 41. Le mutilazioni genitali femminili riscontrate in Italia sono il 21 per cento. In quest’ambito solo il 17 per cento degli operatori ha assistito donne con questo problema, mentre il 9 per cento del personale si è trovato ad affrontare più di un caso. Il sospetto di trovarsi di fronte a una paziente che avesse contratto un matrimonio combinato ha riguardato il 30 per cento degli operatori italiani. “La maggior parte ha una consapevolezza diffusa della violenza sulle straniere e ha dichiarato di aver seguito almeno un corso di formazione negli ultimi tre anni – ha detto Maura Misiti, dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr – ma quasi il 95 per cento sente il bisogno di una maggiore formazione. Il 65 per cento degli operatori ha sospettato una forma di violenza sulle pazienti, ma nonostante una maggiore attenzione da parte dei media italiani, si tratta di un fenomeno ancora sommerso”. 21 Dicembrer 2011Fonte: www.immigrazioneoggi.it