RACCONTI & OPINIONI

Per fortuna arriva "un raggio di luce nel buio" e non a caso giunge proprio con le notizie dall'Ispra


Vi ricordate l'Ispra?  Li abbiamo seguiti per più di due anni a Roma: prima in piazza, poi sul tetto, poi di nuovo in piazza. Denunciavano il loro precariato, manifestavano contro i tagli alla ricerca, gridavano la paura di restare senza lavoro. Quando hanno occupato il tetto del loro istituto ci sono rimasti per cinquanta giorni, da novembre 2009 a gennaio 2010.Un'occupazione solidale, vissuta tra turni, incontri con le istituzioni, visite, maltempo e un Natale da condividere tra freddo, difficoltà e speranze. «Lo stato uccide la ricerca», manifestavano nelle piazze con un flash mob. Lo stato, rappresentato da un precario vestito di nero, uno ad uno, uccideva tutti gli altri precari vestiti, invece, in abito bianco. E nella piazza non rimaneva nessuno: lo stato così chiamava a morte la ricerca.Li ricordiamo è vero? Sono i lavoratori dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).Ai tempi hanno dovuto attendere il 21 gennaio 2010 per concludere questa lotta e scendere dal tetto dell'istituto con un protocollo di intesa. Quello stesso protocollo d'intesa che oggi, proprio in occasione delle feste - coincidenza che a qualcuno ha destato qualche sorriso - ha portato risultati decisamente importanti e da non trascurare alla luce di un governo tecnico che sta mettendo in crisi la vita dei lavoratori.Per fortuna arriva "un raggio di luce nel buio" e non a caso giunge proprio con le notizie dall'Ispra.Il 2011 dell'istituto si chiude aggiungendo nuovi impieghi. Per l'esattezza si tratta di 75 assunzioni, un numero davvero consistente e che permette di raggiungere il numero di 450, cifra totale di assunzioni fatte in questi due anni e poco più.Un numero cospicuo e incoraggiante per tutti, tuttavia c'è da specificare che tra le 450 assunzioni nominate 200 sono legate al Governo Prodi, quando all'epoca non esisteva ancora l'istituto come fusione di Apat, Infs e Icram, ma i tre enti operavano indipendentemente l'uno dall'altro.Questa specifica non toglie nulla al grande risultato raggiunto grazie alle battaglie che sono seguite poi ma ridimensiona il tutto tenendo sempre presente un dato di non poco rilievo: grazie alle lotte, ai successivi concorsi e alle assunzioni, oggi il precariato Ispra è ridotto al 10% dell'organico contro il 40% del passato.«Non riesco ancora a crederci - ammette Monica Targusi, ricercatrice -. Ieri ho pianto dall'emozione, ricordando questo lungo percorso di lotta, dalle piazze al tetto. Ma ancora non me ne rendo conto del tutto. Accanto a questo forte risultato proprio oggi mi sembra doveroso ringraziare la stampa che ci ha sostenuto e seguito durante l'intera battaglia. A realtà come queste, che danno voce alle lotte dei cittadini, va tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà. Eravamo tanti sul tetto, forti e compatti, ma anche nelle strade, in piazza, a manifestare, anche il 15 ottobre. Oggi ricordo quei giorni con grande commozione e so che dobbiamo ancora combattere per gli altri precari. Perché la nostra lotta finirà quando terminerà il precariato Ispra».«A determinare il risultato grandioso delle assunzioni e in un momento così difficile, ma anche incoraggiante per chi oggi vive la dura realtà del precariato ed è costretto a salire sui tetti per manifestare il diritto al lavoro, è stato di certo l'impegno dei lavoratori accompagnati dalla pressione delle lotte sostenute da Usb - afferma Claudio Argentini, dell'Usb Pi Ricerca -. Allora costrinsero il ministro dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo, a concedere una deroga straordinaria ad assumere, che prosegue ancora oggi».Il 30 dicembre quindi Ispra assumerà dalle graduatorie dei concorsi conclusi negli ultimi due anni altri 75 lavoratori. Le lotte e la vigilanza, c'è da specificare, non sono terminate. Ci sono ancora molti precari anziani ai primi posti delle graduatorie, per cui bisogna lottare. Parliamo di un centinaio di persone per le quali la lotta continuerà ad andare avanti.Oltretutto, sebbene l'ente abbia prorogato quasi tutti i contratti in essere, c'è la possibilità che 12 lavoratori restino a casa, e invece vanno assolutamente salvaguardati. A breve, tuttavia, ci saranno altri concorsi a tempo determinato. Questo fa ben sperare in una proroga per altri cinque anni. La difficoltà sarà per i co.co.co nati su fondi di istituti. Se non si troveranno altri fondi di progetto i lavoratori in causa rischieranno di restare a casa senza lavoro.Il sindacalista Usb prosegue ricordando che «anche altri in questi giorni accamperanno diritti sulla vittoria, ma la realtà, come sanno bene i lavoratori interessati, è che furono loro stessi, da soli con Usb, a condurre in porto quella lotta. Nei prossimi mesi l'obiettivo è di portare a termine il protocollo fino ad ottenere la fine del precariato in Ispra. Ma già oggi, in questo periodo in cui banche e banchieri piegano beni comuni come la ricerca pubblica ai meri interessi economici per questi lavoratori precari la scelta di lottare con Usb è stata vincente». Isabella Borghese 29/12/2011www.liberazione.it