RACCONTI & OPINIONI

La vicesindaco di Roma Sveva Belviso ha inaugurato nel camposanto del Laurentino il “Cimitero dei non nati”


IL FASCISMO SUL CORPO DELLE DONNESu certe storie ci si rimugina sopra, si aspetta in silenzio prima di scrivere, si leggono commenti e pareri. Non serve lo scoop! Il 2012 è iniziato tra l’altro, con una vicenda misera, che meriterebbe solo di essere dimenticata. Ma non si può Seguendo le orme dei lombardi la vicesindaco di Roma Sveva Belviso (la Sarah Palin de noantri), ha inaugurato nel camposanto del Laurentino il “Cimitero dei non nati”, 600 mq in cui seppellire i feti che, per aborto spontaneo o terapeutico, non sono mai venuti al mondo. “Il giardino degli angeli” lo hanno “innocentemente” battezzato, salutandolo come un “inno alla vita, anche quando questa non si è compiuta. Le madri che vorranno potranno apporre lapidi in questo spazio verde, con o senza un nome. Qualcuno, soprattutto qualcuna a dire il vero, si è domandata se un posto simile serve a lenire il dolore per una perdita o ad alimentare il senso di colpa. La Belviso si è affrettata a spiegare che la scelta non vuole porsi in contrasto con i principi della legge 194, ma vuole essere una risposta alle richieste di chi intende seppellire un figlio mai nato. Nessuna strumentalizzazione? Si fa fatica a credere alla vicesindaco e per numerose ragioni. Intanto lascia perplessi che si trovino le risorse per attrezzare un area, realizzare due statue, piantare camelie per poi altamente sbattersene delle politiche sociali per cui la suddetta conserva la delega. Roma è una città di emergenze: abitative, di accoglienza anche per minori in vita, in cui mancano asili nido e crollano gli interventi di assistenza a portatori di handicap. Ma questo alla Belviso e al suo superiore poco interessano. L’area scelta, volendo essere pignoli, sorge di fronte a quella destinata ai bambini, anche questo è casuale?  L’ordine di scuderia è “non strumentalizzare”. Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti anche il consigliere per Roma Capitale, Fabrizio Sartori e il Presidente  dell’Ama Piergiorgio Benvenuti, lo stesso dirigente che il 7 gennaio ha presenziato alla commemorazione della strage di Acca Larentia, accolto calorosamente da camerati a braccia tese. Riflessioni da uomo: a me pare che l’egemonia culturale della destra, da noi come negli Usa, si esprima anche in concomitanze di questo tipo. Che l’aborto possa rappresentare un passaggio doloroso e non augurabile nella vita di una donna poco importa. L’importante è riaffermare il dominio, maschile e fascista, sui corpi e sulle scelte. In altri momenti l’avremmo definito anacronistico e forse non ci avrebbe neanche turbato troppo. Oggi è fra le tante cartine di tornasole di un incubo in agguato.Stefano Galieni 08/01/2012www.controlacrisi.org