RACCONTI & OPINIONI

A leggere i dati Spi-Cgil, dire "poco assistiti" è un crudele eufemismo, in realtà siamo alla fase dell'abbandono!


Non autosufficienza, 2 milioni poco assistiti Cresce il numero di anziani in Italia, nel 2010 ha superato quota 12 milioni. Le persone non autosufficienti sono circa 2 milioni e 600mila , tra cui 2 milioni di anziani. E la previsione è che nei prossimi anni toccheranno quota 3 milioni. E' quanto emerge dall'indagine conoscitiva dello Spi Cgil sulla non autosufficienza, sull’Assistenza domiciliare integrata (Adi) sullo stato di salute dell’organizzazione dei servizi sanitari e sociali per gli anziani, presentata a Roma.  Spesa sociale azzerata. "Il governo Berlusconi - spiega il sindacato dei pensionati - ha fortemente ridotto la spesa sociale nel nostro paese, addirittura azzerata rispetto ad alcune voci specifiche. E’ il caso del Fondo per le Politiche sociali, che è passato da 930 milioni di euro a 43 milioni. Il Fondo per la non autosufficienza di 400 milioni di euro è stato, invece, annullato". Tagli e ritardi si sono registrati anche nell’erogazione dei Fondi di Premialità per otto regioni del Sud e in particolare di quei 345 milioni di euro destinati all’Assistenza domiciliare integrata (Adi).  Assistenza domiciliare ancora poco diffusa. "La domanda di servizi di assistenza per anziani non autosufficienti è molto forte - si legge nella nota -. Tale domanda, però, è attualmente sopperita dal ricorso ad assistenti familiari (colf) che hanno raggiunto quota 780mila su tutto il territorio nazionale. Il welfare pubblico è stato sostanzialmente sostituito da quello familiare, privato o da ricoveri presso strutture residenziali".  Solo il 4,1% del totale della popolazione anziana usufruisce dell’Assistenza domiciliare integrata. Si tratta di 502.475 persone, ovvero solo di un anziano su cinque. Di questi oltre 414mila (4,9% della popolazione anziana) risiedono solo nelle regioni del Centro-Nord.  Primato all’Emilia Romagna. Male Piemonte, Campania, Puglia e Sicilia. Il primato dell’Assistenza domiciliare integrata spetta all’Emilia Romagna che assiste l’11,6% del totale della popolazione anziana presente nella regione. Seguono l’Umbria con il 7,7%, il Friuli Venezia Giulia con il 6,8%, il Veneto con il 5,5% e la Basilicata (unica regione del Mezzogiorno) con il 5%. Parzialmente soddisfacente, secondo lo Spi Cgil, è la quota di assistenza in Abruzzo (4,9%), nel Lazio (4,7%) e Lombardia (4,3%), con una prevalenza però di interventi sanitari. Ritardi nell’attivazione e scarsa integrazione dei servizi territoriali si registrano in Liguria e Marche dove è assistito il 3,5% della popolazione anziana e in Molise dove la percentuale è del 3,3%.  La percentuale non supera il 2,8% in Calabria. Percentuali inferiori alla media si registrano, inoltre, in Sardegna (2,5%), in Piemonte (2,2%), in Trentino Alto Adige (2,1%) e in Valle d’Aosta (0,4%). Gravi problemi ci sono in Campania (2,1%) e in Sicilia (1,5%) dove la struttura degli interventi è prettamente “ospedalocentrica”.  In Puglia la percentuale di assistenza si ferma all’1,8%. La situazione in questa regione è disomogenea sul territorio e sconta il ritardo dell’attivazione della rete di servizi socio-sanitari.  “Chiediamo con forza al governo di adoperarsi per definire nel più breve tempo possibile un Piano nazionale per la non autosufficienza , che dia risposte concrete a tutti quegli anziani che vivono in una condizione di profondo bisogno e strumenti di sostegno alle loro famiglie”. Lo ha dichiarato i l segretario generale dello Spi Cgil, Carla Cantone, in occasione della presentazione della ricerca.  “Siamo in una situazione di vera emergenza sociale – ha aggiunto – perché per colpa delle scelte scellerate e vergognose operate dal precedente governo milioni di persone sono state lasciate da sole senza alcuna forma di supporto”. A suo giudizio, quindi, adesso è l'ora "di rimettere il welfare e l’assistenza domiciliare integrata delle persone più fragili al centro dell’agenda politica di questo paese. Per questo - ha concluso - chiediamo al governo di ripristinare quei diritti universali di cittadinanza che per troppo tempo sono stati calpestati e non rispettati”.15/03/2012 fonte: rassegna.it