RACCONTI & OPINIONI

Mentre cala drasticamente da anni tra le italiane, ma aumentano gli obiettori tra i ginecologi e gli anestesisti


Triplicano in Italia gli aborti tra le immigratei Diminuisce il tasso di aborti tra le donne italiane, con l'Italia ai posti più bassi in Europa per interruzioni volontarie di gravidanza. Un trend in atto negli ultimi 30 anni e che ha portato ad un crollo complessivo dell'indice di aborti nel nostro Paese pari al 52,3%. Questo è il dato di superficie. Se si scava un po’ tra i numeri, però, si scopre che in totale controtendenza sono tra le donne immigrate il tasso di aborti è triplo rispetto alle taliane. Insomma, è evidente che la maternità torna ad essere strettamente e drammaticamente correlata alla condizione sociale. Al contempo, resta alta la percentuale di ginecologi obiettori, con un picco di quasi due professionisti su tre obiettori al Sud. E’ il quadro che emerge dall'ultima Relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 194/1978 per l'interruzione volontaria di gravidanza. Nel 2010, si legge nel report del ministero della Salute, il tasso di abortività (numero delle Ivg per 1.000 donne in età feconda tra 15-49 anni) è risultato in calo del 2,5% rispetto al 2009 (8.5 per 1.000), con un decremento del 52,3% rispetto al 1982 (17.2 per 1.000), anno in cui si è registrato il più alto ricorso all'Ivg (234.801 casi). Per quanto riguarda le minorenni, il tasso di abortività nel 2009 è risultato pari a 4,4 per 1.000 (4,8 per 1.000 nel 2008), con valori più elevati nell'Italia settentrionale e centrale. E per le donne con meno di venti anni, nel 2009 in Italia il tasso di abortività è pari al 6,9 per mille. Nello stesso anno, ad esempio, in Inghilterra e Galles è il 23,0 per mille, in Spagna il 12,7, in Francia il 15,2. In controtendenza le donne con cittadinanza estera, con un tasso di abortività stimato 3-4 volte maggiore delle italiane, soprattutto tra le immigrate dai Paesi dell'Est. Nel 2009, la percentuale di aborti delle straniere è pari al 33,4% del totale delle Ivg, mentre, nel 1998 la percentuale era del 10,1%. Nel 2009 si stabilizza, infine, il numero degli obiettori tra i ginecologi e gli anestesisti, dopo un notevole aumento negli ultimi anni. A livello nazionale, per i ginecologi si è passati dal 58,7% di medici obiettori del 2005 al 69,2% del 2006 al 70,5% del 2007. Per gli anestesisti, negli stessi tre anni, dal 45,7% del 2005 al 52,3% del 2007. Per il personale non medico dal 38,6% al 40,9%. Un picco si registra al Sud e nelle isole, dove sono obiettori oltre 3 ginecologi su 4. In Sicilia, ad esempio, nel 2009 l'obiezione di coscienza ha riguardato l'81,7% dei ginecologi, il 75,7% degli anestesisti e l'87% del personale non medico. Le maggiori percentuali di ginecologi obiettori si registrano in Abruzzo (78,5%), Molise (82,8%), Campania (83,9%), Puglia (79,4%), Basilicata (85,2), Calabria (73,3%), Lazio (80,2%), Veneto (78%), provincia di Bolzano (81,3%). Fabrizio Salvatori13/5/2012 www.controlacrisi.org