RACCONTI & OPINIONI

Con quale coraggio media e politici sostengono la crudele sperimentazione con argomentazioni superficiali


Sperimentazione animale: sempre le stesse scuse! In merito all’articolo “Diciamo grazie al babbuino” pubblicato su l’Espresso a firma di Ignazio Marino, la LAV vuole sottolineare la falsità delle argomentazioni riportate. L’articolo del senatore del PD non esprime una chiara e oggettiva opinione sul fenomeno sperimentazione animale, ma sfrutta facili sentimentalismi basati su stereotipi vecchi di decenni (sarebbe meglio sperimentare su tuo figlio o su un animale?) e manda un messaggio fuorviante per il lettore sul quadro normativo vigente e sulle proposte di recepimento in atto.Dispiace leggere come un medico del calibro di Marino si sia esposto a sostegno della sperimentazione con argomentazioni così superficiali. L’articolo 14 della Legge Comunitaria 2011 in voto al Senato, infatti, non “affosserebbe” in nessun modo la direttiva europea 2010/62 UE, che permette agli Stati Membri di legiferare con misure più restrittive, ma anzi regolamenterebbe campi in cui il testo comunitario lascia ampio margine di lavoro come l’implementazione dei metodi alternativi, l’uso di organismi geneticamente modificati e le sanzioni.Tale articolo non vieta in nessun modo la sperimentazione (magari lo facesse!), semplicemente la regolamenta: cosa che, nei fatti, ad oggi non avviene, come dimostra il forte aumento di sperimentazioni in deroga tra cui le procedure senza anestesia e il ricorso ai primati (fatto totalmente in contrasto con la norma che prevede solo deroghe in casi di eccezionale particolarità, condizione che non giustifica più di 400 procedure in deroga in due anni). Importante la posizione presa da Claude Reiss, per 35 anni direttore di ricerca in biologia molecolare al Cnrs, che, sempre sulle pagine de L’Espresso, interviene nel dibattito scatenato da Ignazio Marino sulla vivisezione sottolineando come "L'alternativa ai test sugli animali è la tossicogenomica, gli esperimenti sulle cellule umane". Argomentazioni chiare e oggettive, come una ricerca trasparente e rigorosa dovrebbe essere, e prive di ogni emotività o pietismo. “Reiss ha presentato al Consiglio Europeo un programma per adottare in Europa un sistema di tossicogenomica di riferimento per i test dei medicinali. L'intera azione costerebbe 2 miliardi di euro: niente rispetto ai 52 miliardi di costo stimato degli effetti secondari all'immissione sul mercato di medicinali inadeguati”, cita l’Espresso. L’articolo di Marino proseguiva, inoltre, additando coloro che sostengono la causa antivivisezionista con banali frasi sui metodi alternativi ridotti ai soli test in vitro, che rappresentano invece solo una minima parte delle sperimentazioni sostitutive a cui è possibile ricorrere.Cosa dire del confronto fatto da Marino tra la scelta vegetariana e la vivisezione, con riferimento alla coerenza? Anche se ovviamente promuoviamo un’alimentazione priva di derivati animali, quando si parla di vivisezione si deve ragionare in termini scientifici non cadendo nel facile trucco di far passare gli antivivisezionisti come romantici sognatori, quando nei fatti sono spesso ricercatori e personale con formazione scientifica a muovere le obiezioni al modello animale perché stanchi di vedere fondi e lavoro sprecati per una ricerca che non serve a nulla e inganna la fascia di popolazione più fragile: i malati. L’attacco arriva da più fronti, su Panorama, infatti, continua il dibattito scatenato da Barbara Galavotti che risponde alle numerose proteste con l’ennesimo articolo di parte dove riporta un solo punto di vista: quello dello sperimentatore. Senza alcuno spazio ad un neutrale dibattito tra due parti. La giornalista, nonostante le lettere e i commenti arrivati da numerosi medici che argomentavano il perché della fallacia della sperimentazione su animali, sceglie nuovamente di non mettere in discussione le proprie idee, lasciando spazio a chi lavora in ambito scientifico, ma decide di arroccarsi sulle sue posizioni con le stesse identiche considerazioni già trattate. Ma non dovrebbe essere l’imparzialità il principio base del giornalismo? Michela Kuanbiologa, responsabile LAV settore Vivisezione20/05/2012