RACCONTI & OPINIONI

Dall'inizio dell'anno 29 suicidi. Le condizioni peggiorano: al sovraffollamento in alcune carceri si aggiunge la carenza idrica


Suicidio nell'ospedale psichiatrico di Barcellona (Messina) Un detenuto si è suicidato questa mattina, nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), impiccandosi alla finestra della cella in cui era recluso. A renderlo noto è un comunicato di Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe. Con quest’ultimo salgono a 29 i suicidi nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno, e a 84 i morti in totale. Mentre sono più di mille i detenuti morti in cella negli ultimi dieci anni, come denunciava un mese fa un rapporto pubblicato dal Guardian. Nel comunicato Capece, denunciando “l’ecatombe” che sta avvenendo nel sistema carcerario italiano, invita a “darsi concretamente da fare per un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere. Serve un carcere nuovo e diverso – aggiunge Capece - perché quello attuale è un fallimento".Nelle ultime 24 ore erano stati registrati due suicidi nel solo istituto di Teramo: un uomo italiano di 44 anni, e una donna etiope di 55 anni. Nello stesso carcere, a fine aprile, si era tolto la vita anche un giovane tossicodipendente di 34 anni. A Viterbo ieri un uomo di 56 anni aveva tentato di togliersi la vita, e versa ora in gravi condizioni.Le condizioni in cui sono costretti a vivere, o sopravvivere, i detenuti delle carceri italiane si aggravano soprattutto in questo periodo dell’anno, in cui l’Italia è stretta nella morsa del caldo africano. Alcuni istituti penitenziari hanno gravi problemi con la rete idrica e quella elettrica. Come denuncia il Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) “In molti istituti manca l'acqua, perché non è stata completata l'attuazione del regolamento del 2000, che prevedeva l'adeguamento delle strutture. Rete idrica e elettrica sono ottimali, ma se viene triplicato il numero dei detenuti si va in black-out”. E gli istituti che soffrono di “grave carenza idrica” in questi giorni risultano quelli di Taranto, dove secondo gli agenti penitenziari “la rivolta è dietro l’angolo”, Teramo e Sassari. Quest’ultimo istituto penitenziario, a causa di carenza idrica e sovraffollamento, dovrebbe essere chiuso, ma in realtà pare si stia apprestando ad accogliere altri 100 detenuti in regime di 41bis.Luigi Mazza02/07/2012