RACCONTI & OPINIONI

Comunicato stampa dei delegati sindacali del San Raffaele di Milano. Don Verzè non c'è più ma continua la maledizione


Ospedale San Raffaele: lasciati a casa i lavoratori precariOggi, lunedì 2 luglio, molti sportelli dell’accettazione amministrativa e dei prelievi dell’Ospedale San Raffaele sono rimasti chiusi. Questa volta, il disservizio non è dovuto ai lavoratori che hanno incrociato le braccia per rivendicare diritti per sé e per i pazienti, come avvenuto nei mesi scorsi e in occasione dello sciopero del 22 giugno. Il disagio subito dai pazienti che affollavano le accettazioni è dovuto al taglio dei posti di lavoro che la nuova proprietà sta attuando. I lavoratori e le lavoratrici assunti con contratti a tempo determinato o attraverso le agenzie interinali sono rimasti a casa, così come denunciavano nei giorni scorsi i sindacati. Lo stesso problema si registra anche nelle professioni sanitarie, dall’ostetricia alle sale operatorie, e nella ricerca, dove sono in molti con contratti atipici.Il timore per il sindacato è che il piano industriale, ad oggi ancora ignoto, della nuova proprietà sia di ridimensionamento e non di rilancio della struttura. Dalla stampa abbiamo appreso che nei giorni scorsi si è definito un accordo con l’Università Vita e Salute per non snaturare l’identità del San Raffaele: riteniamo che, per mantenere i livelli di qualità nella ricerca e nell’assistenza, occorre innanzitutto investire sul personale, sia in termini di assunzioni che di giusta retribuzione. Infatti, senza i lavoratori non si fa alcuna sanità di eccellenza.NO ALLA RIDUZIONE DEGLI ORGANICI PER GARANTIRE QUALITA’ E SICUREZZARAPPRESENTANZA SINDACALE UNITARIA OSPEDALE SAN RAFFAELE