RACCONTI & OPINIONI

Politiche criminose. Senza lavoro: l'automobile diventa l'abitazione per un uomo, la moglie e la figlia di 9 nove.


"Oggi, io e mia moglie rischiamo che ci venga portata via nostra figlia"Giovanni Perruolo, 52 anni, vive a Montalbano (Sa) con sua moglie ed una bimba di 9 anni. Da una settimana la sua macchina si è trasformata in abitazione. Ma cominciamo dall'inizio: "Per dodici anni sono stato un dipendente di Poste italiane, trasportavo la corrispondenza. Inizialmente lavoravo a Milano. Per un problema di salute ho chiesto il trasferimento. Ho fatto numerose visite, soffrivo di ipolacrimazione, che lo smog milanese accentuava. Fui trasferito a Mantova. Per alcuni mesi la situazione sembrava essere tornata alla normalità, ma il mio disturbo visivo si ripresentò. Chiesi nuovamente il trasferimento perché ero in cura presso l'ospedale di Salerno. Nel frattempo ebbi un sinistro stradale in servizio: il mezzo che guidavo non frenò, il parabrezza si ruppe e fui sbalzato fuori dall'abitacolo. Dopo l'incidente fui dichiarato invalido al 40 per cento. Oggi non riesco più a compiere alcuni movimenti con le braccia, ad esempio mia moglie deve lavarmi i capelli. Ci fu una causa e per cavilli burocratici fui licenziato. Siamo nel 2004. Con i risparmi di una vita, io e mia moglie abbiamo deciso di metterci in proprio, abbiamo chiesto ed ottenuto un finanziamento per aprire un bar. Siamo a Salerno, potete immaginare che non è semplice lavorare tranquillamente se si è onesti. Ho cominciato a ricevere delle minacce, avrebbero ucciso mia figlia."I figli so' pezzi 'e core e Giovanni non avrebbe mai permesso che qualcuno potesse torcere un capello alla sua bambina, così nel 2010 ha chiuso il bar. Inizia la ricerca di un impiego: è difficile per le persone normali, figuriamoci per un disabile. "Mi sono rivolto al comune per avere un alloggio popolare, ma non ce ne sono. Senza lavoro non si pagano affitto, bollette, rate della finanziaria. Nonostante le difficoltà sono riuscito ad estinguere il debito, ma siamo stati sfrattati. Oggi, io e mia moglie rischiamo che ci venga portata via nostra figlia e lei non vorrebbe lasciarci per nessuna ragione al mondo. Siamo più che disperati, iniziamo a non avere più nulla da mangiare. Vorremmo ripartire, aprire un'attività, ma senza casa e garanzie, nessuno è disposto a concederci un credito, non possiamo accedere neanche al bando regionale per l'imprenditoria. Sogno di poter aprire una tavola calda nel mio paese, non vorrei che rimanesse solo un sogno.Samanta Di Persio 29/07/2012 Fonte: cadoinpiedi.it