RACCONTI & OPINIONI

Ogni italiano perde, causa dell’inquinamento dell’aria, 9 mesi di vita. Uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità


Dio Mercato, dacci oggi i nostri morti quotidiani 200.000 morti potrebbero essere evitate in Italia, perchè si verificano a causa di comportamenti e stili di vita errati, vedi fumo, alcol, cattiva alimentazione, sedentarietà e scarsa prevenzione dell'ipertensione e del tumori. Inoltre, ogni italiano perde, a causa dell’inquinamento dell’aria, 9 mesi di vita e ogni giorno muoiono, in media, 106 persone. ( L’inquinamento atmosferico legato alla mobilità causa ogni anno la morte di decine di migliaia di persone in Europa. Il “particolato fine”, il materiale minutissimo sospeso nell’aria che respiriamo, prodotto dalle emissioni dei veicoli a motore e dagli impianti di riscaldamento, accorcia in media la vita di ogni persona nell’Unione di 8,6 mesi - e i valori salgono per l’Italia: 9 mesi di vita -. Questo è quanto emerge da uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha analizzato i livelli delle polveri sottili, le cosiddette Pm 10, abbastanza piccole da infiltrarsi nelle alte vie respiratorie e polmoni trascinando metalli pesanti e altre sostanze tossiche e cancerogene facendo aumentare il tasso di mortalità legato ai disturbi cardiovascolari e respiratori.)Cause di mortalità e disabilità che rientrano quasi nella normalità quotidiana del nostro sistema sociale. Lo stesso non si può affermare delle morti sul lavoro. Questa strage di qualche migliaio di lavoratori all’anno, diminuiti di poco in questi ultimi due anni “per merito” dei licenziamenti, ha assunto caratteri strutturali nel nostro sistema socio-economico ed una predestinata inevitabilità assunta dalla politica come atto dovuto, quindi insindacabile.Quando parliamo di infortuni e morti sul lavoro non dobbiamo mai dimenticare quelle che possiamo definire come “morti postecipate” e ci riferiamo alle malattie professionali, nel privato e nel pubblico (compresa la sanità), che ammontano ad altre migliaia di vittime che difficilmente vengono individuate nel tempo come “causa di lavoro” e per questo anche poco riconosciute in termini di risarcimento; ad esempio, il caso dell’Eternit è un’eccezione!franco cilenti04/09/2012