RACCONTI & OPINIONI

Di Pietro si è reso conto che l’opportunismo di presentare da solo i quesiti per l’abolizione avrebbe inibito la vittoria


Referendum per riprenderci l’art. 18 e la civiltà del lavoroLa Fiom, la Federazione della Sinistra e l'Italia dei Valori lanciano la campagna la raccolta firme per ripristinare l'articolo 18 e per l'abolizione dell'articolo 8 dell'ultima manovra d'agosto di Berlusconi. Quindi si è tornati a qualche mese fa quando Paolo Ferrero e Di Pietro, dopo l’approvazione del decreto, in una conferenza stampa comune annunciarono l’iniziativa referendaria per abolire due provvedimenti, uno varato da Monti e Fornero, l'altro dal governo che l'ha preceduto, quando il ministro Sacconi ha voluto mutilare la contrattazione nazionale e la democrazia sui luoghi di lavoro. Ecco le dichiarazione della conferenza stampa:Paolo Ferrero
 - " Il ddl lavoro è legge: la peggiore delle leggi possibili, il governo Monti è arrivato là dove nemmeno Berlusconi era arrivato, a cancellare l’articolo 18 e i diritti dei lavoratori. Pd e Pdl, complici del governo, hanno compiuto una vera e propria nefandezza contro i lavoratori e le lavoratrici . Noi ci faremo promotori di un referendum abrogativo della riforma sul lavoro e dell’articolo 8 della manovra estiva del governo Berlusconi perché siamo convinti che la maggioranza del popolo italiano non è d’accordo con la distruzione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici."

 Antonio Di Pietro - "
La riforma del lavoro del ministro Fornero è diventata legge. Ad ottobre promuoveremo un referendum abrogativo. Ci rivolgeremo ai cittadini e ai lavoratori per vedere chi ha ragione: noi o il governo Monti e la sua anomala maggioranza. Perché questa pseudo-riforma danneggia i giovani, le imprese e i lavoratori, smantella i loro diritti e non dà futuro."Ma Il partito di Di Pietro da qualche settimana aveva già depositato, in barba alla correttezza politica verso Ferrero, alcuni dei quesiti in Cassazione replicando un'autoreferenzialità partitica e mediatica fallimentare già percorsa in occasione dei referendum per la ripubblicizzazione dell'acqua e dei servizi. Stavolta, però, ha accolto l'appello a fare un passo indietro come consigliato dalla Fiom e dallo stesso Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista. I quesiti sul lavoro saranno ripresentati nuovamente da un comitato unitario sulla base di una lavoro iniziato da mesi tra giuslavoristi, la Federazione della Sinistra, la Fiom e aree de sindacato conflittuale come l’USB. Si aspetta la decisione di SEL ma sarà difficile una concreta partecipazione, Vendola non vorrà correre il rischio di far irritare il PD dopo lo sgarro che in Sicilia i suoi hanno fatto (memori del fallimento registrato dopo Napoli e Palermo) con l’accordo tra Federazione della Sinistra, IDV, verdi e SEL a sostegno della candidatura di Fava a Presidente della Regione.Per poter raccogliere le firme necessarie a ottobre, novembre e dicembre e quindi poter svolgere i referendum tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014, i quesiti devono essere depositati entro questa settimana.L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori era l'argine alla possibilità di licenziamenti politici e discrezionali mentre l'articolo 8 della "manovra d'agosto" 2011. Lo spiega chiaramente Gianni Rinaldini della sinistra Cgil in opposizione a Camusso "L'art.8 della manovra d'agosto di Berlusconi recepisce in toto il modello Marchionne attraverso la sterilizzazione del contratto nazionale di lavoro. Ma la cosa meno conosciuta è che questo articolo, contestato dall'opposizione al governo di destra, è stata recepita dal governo Monti: con il meccanismo delle liberalizzazioni si è aperto a Italo di Montezemolo il mercato nel settore ferroviario e si è cancellata l'obbligatorietà del contratto nazionale di lavoro. Cosicché è targata Monti e non Berlusconi la prima applicazione dell'art.8, naturalmente dopo la rottura praticata da Marchionne a Pomigliano e poi estesa a tutta la Fiat. Avviare la campagna referendaria a ottobre e proseguirla fino a fine anno significa entrare nel pieno della campagna elettorale. E così ricordare ai partiti che i diritti dei lavoratori rappresentano un discrimine per la democrazia e lo saranno anche nelle urne. Chi propone un'alternativa alle destre e una discontinuità con il governo Monti deve sapere che o si impegnerà a introdurre modifiche strutturali all'art.8 e a ripristinare nella sua interezza l'art.18, oppure dovrà vedersela con i referendum."Questa iniziativa comune dà segnali inequivocabili non solo al quadro politica a sinistra ma anche all’immobilismo della CGIL, succube del micidiale sostegno del PD alle tragiche misure economiche del governo.franco cilenti6/9/2012