RACCONTI & OPINIONI

Libri & Conflitti. Dimmi che c'entra l'uovo, di Fabio Napoli. finalista al XXII edizione del Premio Italo Calvino


La storia di Roberto. A RomaAncora una volta un giovane, una penna originale, in un romanzo dal ritmo veloce, consegna al lettore ilarità, assurdità e perplessità del difficile mondo del lavoro di oggi. Abitare, vivere e lavorare a Roma non è sempre facile. Non di questi tempi. Le opportunità di lavoro possono essere tante, spesso di qualità discutibile, ma la verità è che l’impossibilità di trovare “un posto” e una condizione di vita dignitosa sono difficoltà in cui i giovani inciampano facilmente . Roberto, il protagonista di Dimmi che c’entra l’uovo, di Fabio Napoli (Del Vecchio editore) ne è la dimostrazione, ma anche la prova che oggi – ahimè! - “siamo tutti un po’ Roberto”. Ma chi è questo Roberto? Un precario. Un giovane che attraversa la città in bicicletta e si arrangia tra comparse di film porno, quando qualcuno dotato più di lui non gli sottrae la parte, dà ripetizioni private di italiano a Matteo, consegna cibo a domicilio per Pizza Express Faraglia e, per finire, lavora come barista. Presto, tuttavia, Roberto resterà solo con l’impiego dietro il bancone del bar, per diverse motivazioni, tutte da scoprire, mentre al lettore concedono qualche risata spassosa. La sfortuna improvvisa viene ripagata con un imprevisto appuntamento per un colloquio presso un fast food. Per quest’occasione il nostro protagonista sceglie di abbandonare la bicicletta e di recarsi in azienda con i mezzi pubblici: una modalità per evitare la sudorazione eccessiva dell’agitazione o, eventuali incidenti. Cose che capitano! Sarà un colloquio bizzarro, sì, se pensiamo che Roberto, durante il colloquio collettivo, dovrà rispondere a una domanda alquanto curiosa: “Vi trovate dentro un frigorifero. Lo sportello del frigorifero è chiuso, voi siete un uovo, alla vostra destra vedete una scatola di carciofini, alla vostra sinistra un pezzo di formaggio, davanti a voi il ripiano con la busta del latte. Come fate?”. Tutti sono intenti a rispondere, Roberto, invece, perplesso si guarda intorno. C’è da dire che questo colloquio bizzarro, se non altro, finirà per il protagonista con la conoscenza di Marianna, una precaria di un call center, una ragazza che “ha l’aria di una bambina che ha appena finito di giocare a fare la pizza. Anche il seno – pensa Roberto – sembra ancora quello di una ragazzina, appena visibile sotto la maglietta aderente”. La vera “svolta” della precarietà di Roberto arriverà proprio con quest’incontro. Perché? I due mettono su La Banda dei Precari, e la banda dei precari non diventa altro che la volontà dei due di arginare il problema della precarietà attraverso le rapine. A Roberto sono bastati dunque tre giorni “per stravolgergli la vita e farla ripartire da zero”. Arriverà il momento della prima rapina in un bar, di un biglietto lasciato sul bancone, per mano di Marianna, con su scritto: “La banda dei precari”. Un gesto che agita non poco un tipo come Roberto. Una scelta, quella di fondare una banda, figlia della ribellione, ma anche dovuta dal desiderio di riscatto dei die precari e di avere soldi liquidi a portata di mano. Sembra quasi un gioco, ma la realtà con cui si scontreranno i due sarà ardua come nella realtà può diventare quella di chi intraprende certe scelte. Un libro che attraverso una storia originale affronta la dura realtà del precariato, e che racconta il desiderio di salvarsi scegliendo talvolta anche strade che nessun genitore assennato consiglierebbe al proprio figlio. Una lettura piacevole, che lascia spazio alle risate e fa venir voglia, disperatamente, di un lavoro a tempo indeterminato. Fabio Napoli, con Dimmi che c’entra l’uovo, è stato tra i finalisti della XXII edizione del Premio Italo Calvino.L'estratto QUIDimmi che c'entra l'uovodi Fabio NapoliDel Vecchio editorepagine 168euro 14,00collana L’italianaISBN 9-788861-100428 Isabella Borghese 7/10/2012 www.controlacrisi.org