RACCONTI & OPINIONI

Nicoletta Dosio scrive ai compagni sequestrati dai provvedimenti cautelari. Il movimento incontra altre situazioni di lotta


No Tav, una lettera dalla Valle che resiste Carissime/i Cecilia, Giudith, Francesca, Mattia, Davide, Forgi, Ruben, Damiano, Massimo, e voi tutti che provvedimenti oppressivi cercano di tenere lontani dalla Valle che resiste, ieri, 8 dicembre, anniversario attivo di ribellione e di vittoria, vi abbiamo portati con noi sul sentiero verso la Clarea. Erano anche vostri i passi che risuonavano sulla dura terra invernale, le voci graffianti e ironiche, gli infiniti volti della lotta popolare e irriducibile. Vi abbiamo portati con noi davanti ai jersey, nella forza gioiosa che ci ha spinti al di là degli ostacoli, nella resistenza delle donne contrapposte in prima fila alle forze del disordine, nelle canzoni della lotta antica e sempre nuova e nell'emozione collettiva del ritorno, attraverso le vie del bosco, rifugio protettivo per chi lo ama, oscura minaccia per chi lo vuole distruggere. E sicuramente avrete guardato, dalle vostre stanze di forzata reclusione domestica, l'immenso cielo notturno, fiorito di stelle, che non conosce catene e confini e che, sulla Clarea, il fumo dei lacrimogeni non riusciva ad offuscare. Nostri amati compagne e compagni, il potere dei padroni con i suoi servi in toga e in armi nulla sa, nulla comprende dei legami indissolubili tra gli oppressi, della invincibile socialità che dalla lotta nasce e con la lotta cresce: la loro repressione diventa tra di noi, più che mai, legame e forza invincibili. Sette anni fa, proprio l'8 dicembre, Nicoletta Dosio, autrice di questa lettera, fu colpita al volto da una manganellata che le ruppe il naso da parte di uno dei componenti della coalizione militare che occupa la Val Susa (soprattutto poliziotti e reparti reduci dai teatri della guerra globale). Tuttavia quel giorno la determinazione dei valligiani e del movimento No Tav riuscì a riprendersi Venaus e ad occupare l'area scelta all'epoca per uno dei cantieri. Il racconto di quella giornata è disponibile in reteIeri l'anniversario è stata l'occasione per la prosecuzione della lotta popolare più vivace e duratura d'Italia. «Salire il Clarea, frequentare i nostri luoghi significa non abbassare la testa innanzi a chi spera di poterci piegare la schiena. Non ci riusciranno mai, ne con le botte, ne con i loro soldi». Prima, in tanti, hanno pranzato ai presìdi. Poi hanno cominciato a centinaia una passeggiata in Clarea, epicentro ora dell'occupazione: le forze dell'"ordine" li hanno assaliti sparando lacrimogeni ad altezza uomo e compiendo una caccia all'uomo tra i No tav rimasti imprigionati dai lacrimogeni sparati verso il tunnel che passa sotto l'autostrada e che porta all'abitato di Giaglione. Qui puoi leggere la cronistoria della passeggiata di ieriE mentre scriviamo, in Borgata 8 Dicembre (di fronte al presidio No TAV di Venaus) è in corso l'incontro con altri movimenti italiani che vogliono dar vita a un Forum Europeo contro le Grandi Opere Inutili e Imposte (rigassificatori, stoccaggi del gas, autostrade e cementificazione del territorio in genere). Al centro del confronto l'approfondimento della questione del project bond italiano ed europeo, nuova spinta dell'Unione Europea e del Governo italiano per finanziare le grandi opere inutili attraverso i mercati finanziari, perché rischiano di creare nuovo debito, e perché le grandi opere proposte sono un ostacolo alla transizione. Tra i partecipanti il Comitato No Tunnel TAV Firenze, Comitato No TAV FVG e Carso Triestino, Comitato PAS Dolomiti, Comitato Opzione Zero (cementificazione Veneto), Coordinamento No triv, OLA Basilicata, Comitato Bordolano contro deposito stoccaggio gas, Comitato Emergenza Ambiente Abruzzo.Checchino Antonini9/12/2012 http://popoff.globalist.it