RACCONTI & OPINIONI

Italia cimitero della civiltà dopo i governi Berlusconi e Monti. Che campagna elettorale faranno quei becchini di lor signori?


Crisi, il 2013 sarà peggio del 2012Quale sarà il volto del 2013 dal punto di vista della crisi economica? L'Agenda Monti non dice niente in proposito. E così mentre il Pd gioca a fare l'offeso e Berlusconi a parlare d'altro, gli italiani tremano di fronte a tanta irresponsabilità. Dati alla mano, il 2013 sarà peggio del 2012. Con l'aggravante che il fisco, ovvero le "mani in tasca" da parte dello Stato, consoliderà la sua azione di appropriazione indebita. La nuova stangata di prezzi, tasse e tariffe, infatti, sarà pari a 1.490 euro a famiglia. A documentarlo una indagine dell'Osservatorio Nazionale Federconsumatori. Il 2013 potrebbe non avere alcuna influenza sull’aumento del Pil. E ci saranno ripercussioni immediate sull’occupazione. Secondo il Servizio Studi e Ricerche di “Intesa San Paolo”, la domanda interna continuerà a latitare e il Prodotto interno lordo è stimato in contrazione nell'ordine dell'1%. 'Scenario 2013' prevede che occorreranno ancora molti anni per recuperare i massimi pre-crisi (quelli del 2007). Il prossimo anno i consumi delle famiglie, dopo l'annus horribilis 2012 (che ha visto una contrazione-record di -4,1%), continueranno a scendere anche nel 2013 in misura più pronunciata rispetto al Pil (-1,8% la stima). Numeri ancora più drammatici da Confindustria, che ha calcolato come tra il 2007 e il 2011 il prodotto interno lordo del Mezzogiorno sia diminuito in termini reali di quasi 24 miliardi di euro scendendo del 6,8%. Nel suo studio ''Check-up Mezzogiorno'' pubblicato da Confindustria e Studi e Ricerche per il Mezzogiorno viene documentata una mortalità di 16 mila imprese (0,9 % del totale imprese del Sud) sebbene siano aumentate le societa' di capitali (+7.400 nell'ultimo anno). Il numero di occupati si e' ridotto di circa 330 mila unita' (quasi la meta' in Campania).La situazione non e' migliorata nel 2012 con il tasso medio di disoccupazione dei primi due trimestri dell'anno e' salito al 17,4% rispetto al 13,6% registrato nello stesso periodo del 2011, anche per effetto dell'aumento delle persone in cerca di lavoro.''Il principale segnale positivo - segnala lo studio di Confindustria - viene dall'export, l'unica variabile che e' tornata al di sopra dei valori pre-crisi: dal primo semestre 2011 al secondo semestre 2012 le esportazioni nel Mezzogiorno sono aumentate del 7%, il doppio del Centro-Nord''. Il persistere della crisi e' causa e effetto del forte calo degli investimenti pubblici e privati. La spesa in conto capitale si e' ridotta, dal 2007 al 2011 di circa 7 miliardi di euro. Gli investimenti fissi lordi sono diminuiti nello stesso periodo di 8 miliardi di euro (-11,5%) e particolarmente rilevante e' stata la caduta degli investimenti nelle costruzioni (-42,5%) e nell'industria in senso stretto (-27,8%).La quota di imprese manifatturiere che hanno investito e' andata progressivamente calando, dal 37,4% nel 2008 al 23,6% nel 2011. Il calo dell'occupazione e le crescenti difficolta' economiche delle famiglie stanno determinando -dice la ricerca - una vera ''emorragia di capitale umano''. Sono sempre di piu', infatti, quelli che decidono di lasciare il Mezzogiorno per andare a vivere nel Centro-Nord o all'estero (110 mila nel solo 2010). Nel frattempo il Mezzogiorno non utilizza gran parte del capitale umano che resta sul territorio: i giovani con eta' compresa tra 15 e 24 anni che non studiano o non lavorano nel Mezzogiorno rappresentano il 33% del totale, contro il 25% in media in Italia.Fabio Sebastiani 27/12/2012 www.controlacrisi.org