RACCONTI & OPINIONI

Quando la borghesia parassita e reazionaria che ha governato questo Paese sbatterà il muso contro un nuovo 68/69?


Altro che choosy, i giovani lavorano di più e peggio Quando il ministro Elsa Fornero definisce schizzinosi – choosy – i giovani italiani non è solo insopportabile ma dice una grande falsità. Datagiovani ha confrontato i dati Istat del primo semestre 2007 con quelli del primo semestre del 2012. Gli under 30 al primo impiego sono 355 mila, 80 mila in meno di cinque anni fa (-20%). Al sud si registra un calo del 24% contro il 12% del nord che offre il 44% dei nuovi posti. Oltre metà dei neoassunti ha un contratto a tempo determinato, solo uno 1 su 4 trova lavoro a tempo indeterminato. Il 62% è precario (+12% rispetto al 2007). E non si tratta di precariato destinato a trasformarsi in lavoro stabile. Infatti il 32% dei nuovi contratti è occasionale e solo il 26% è in fase di formazione. Cala l’apprendistato: nel 2012 riguardava più di un giovane su quattro, nel 2012 invece solo due neoassunti su dieci. L’apprendistato nel complesso è sceso dal 27% al 22% mentre i contratti a scadenza sono aumentati del 32%. Non solo, anche la durata media dei contratti a termine è diminuita a 10 mesi e mezzo (quattro mesi in meno del 2007) e meno di un neoassunto su 4 ha un contratto che va oltre i 12 mesi. Quasi tutti i settori assumono meno giovani: i nuovi artigiani e operai sono il 43% in meno di cinque anni fa, stabile l’agricoltura, malissimo costruzioni e industria. L’unico settore che ancora offre lavoro sono i servizi, soprattutto il commercio che però predilige contratti per brevi periodi o stagionali. E se è sempre vero che chi ha un titolo di studio inferiore trova meno lavoro – i nuovi lavoratori con la sola licenza della scuola dell’obbligo sono diminuiti del 55% – chi ha una laurea deve sempre più spesso adattarsi a fare un lavoro che richiede un basso livello di istruzione: un neoassunto su 3 è «overeducated», nel 2007 erano il 27%. Significa che bisogna studiare di più per fare lavori che lo richiedono sempre meno. I giovani lavorano nei giorni e negli orari più disagiati, ovvero sabato (50%), domenica (24%), nei giorni festivi e di notte. La paga però e sempre più bassa: in media un neo assunto under 30 guadagna 850 euro al mese, chi ha meno di 30 anni ma non è al primo impiego guadagna in media 180 euro al mese in più, ovvero circa 1.030 euro. E se questa è l’agenda Monti, ai giovani non resta che ribellarsi.G. Sal.27/12/2012