RACCONTI & OPINIONI

Pensando a loro la battaglia per una nuova legge sulla cittadinanza acquista ancora più senso. Lotta di civiltà!


Ragazzi interrottiI media ci hanno abituato a un’immagine luminosa delle seconde generazioni: giovani belli, brilanti, intraprendenti, pronti al confronto con le istituzioni, impegnati a raccontare la città nuova e a rivendicare il diritto alla cittadinanza.  Ma c’è un altro lato delle seconde generazioni, che non viene raccontato quasi mai: ed è incarnato da decine di ragazzi fermati in volo – dalla crisi, dalla condizione disagiata dei genitori, dal razzismo istituzionale – e riportati a lavorare in campagna o nei cantieri edili, accanto ai loro genitori, in nero. Ragazzi interrotti. Marco Omizzolo, nel nostro pezzo di apertura, ci parla di quelli che ha incontrato nell’Agro Pontino, il territorio su cui insistono le sue ricerche. Sono i figli dei sikh, sfruttati nei campi vicino a Latina e a Sabaudia. Come scrive Marco, «pensando a loro la battaglia per una nuova legge sulla cittadinanza acquista ancora più senso».Ragazzi interrotti sono anche i minorenni non accompagnati che si scoprono improvvisamente maggiorenni (e dunque senza protezione) dopo “tempestive” e discutibili visite mediche. È successo a Lampedusa, pochi giorni fa. Probabilmente succede anche altrove. E non si tratta di una stravaganza: è la conseguenza di uno dei tanti nodi irrisolti legati alla fine dell’emergenza Nord Africa. Ce ne parla Luigi Riccio.Lampedusa, questa settimana, ritorna nella corrispondenza che ci propone Alessandra Ballerini, che ha visitato recentemente il centro di Contrada Imbriacola e ha avuto modo di parlare, in particolare, con le donne richiedenti asilo.Sergio Bontempelli ci racconta di come l’amministrazione di Udine sia riuscita, senza allarmismi e senza emergenze, a superare la logica (o l’illogica?) dei campi e a proporre un modello riuscito di convivenza con i rom. In un altro articolo invece, fa il punto su un processo molto delicato, in corso a Pisa, che a partire dal caso concreto di una sposa bambina (ancora una ragazza interrotta) si è trasformato in un processo all’intera comunità rom.Francesca Materozzi ha intervistato Marianella Sclavi, formatrice ed esperta nel campo della risoluzione creativa dei conflitti, una “disciplina” (passateci il termine) che si presta assai bene alla risoluzione dei contrasti interetnici.Giulia Cimpanelli ci propone un pezzo di servizio sui master dedicati all’immigrazione.Un tema di cui Corriere Immigrazione si è spesso occupato è il rapporto tra Islam e omosessualità. Alessandra Montesanto, questa settimana, ha intervistato il regista di un docufilm in tema ambientato in Marocco e molto interessante: I am gay and muslim.In materia di libri, Gabriella Grasso ci parla in modo approfondito dell’ultimo saggio di Ulrich Beck, dedicato agli amori e agli affetti della nostra epoca, sempre più globali e transnazionali, mentre Alessandro Ghebreigziabiher ci “regala” un racconto pubblicato sul suo ultimo libro.Questa settimana diamo spazio anche all’appello in dieci punti che l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione rivolge al prossimo governo, e a una trasmissione radio ai nastri di partenza. Ci sono poi, come sempre, le rubriche e le brevi.Buona lettura e buon inizio settimana!Stefania Ragusa21/1/2013 www.corriereimmigrazione.it