RACCONTI & OPINIONI

Paese senza giustizia giusta. Occorre una svolta profonda, radicale, sul piano dei comportamenti e su quello legislativo


La giustizia al tempo dello spreadI congressi di Magistratura Democratica sono sempre stati, storicamente, luogo di grande criticità, di evoluzione dell'interpretazione giuridica. Tanto più lo è quello in corso a Roma perché cade in un contesto storico in cui si ridefiniscono gli assetti di potere, anche in relazione ai trattati europei, al "fiscal compact", al commissariamento del paese da parte della Bce, del Fmi, ecc.Occorre una svolta profonda, radicale, sul piano dei comportamenti e su quello legislativo. Da troppi anni si è scatenata una guerra contro la giurisdizione, in quanto controllo e critica del potere. Attacchi all'autonomia dell'ordinamento giudiziario, all'obbligatorietà dell'azione penale, cardini costituzionali, 30 leggi "ad personam", che hanno riguardato non solo Berlusconi e i suoi sodali ma anche il suo blocco economico di riferimento, un blocco predatorio: depenalizzazione del falso in bilancio, scudo fiscale, intreccio tra borghesia mafiosa e processi di accumulazione illegali.Su due temi, insieme a larga parte di Magistratura Democratica, siamo strenuamente impegnati. In primo luogo, quando parliamo di riforma della giustizia, occorre con urgenza intervenire su un sistema carcerario illegittimo e incostituzionale. E' urgente l'introduzione del reato di tortura nel codice penale. Occorre intervenire sullo stillicidio drammatico delle "uccisioni di Stato" di persone in carcere, arrestate o fermate (Cucchi, Aldovrandi, Branzino, Uva e tanti, troppi altri). Sul piano legislativo, occorre porre subito al prossimo Parlamento l'abrogazione della Bossi/Fini (con le sue "galere etniche"); della Fini/Giovanardi, legge ferocemente proibizionista, della ex Cirielli sulla recidiva, legge squisitamente classista.Il contesto è allarmante: deperisce lo Stato sociale, si estende pervasivamente lo "Stato penale". La legislazione futura può lavorare su tracce che associazioni, volontariato, Libera, Magistratura Democratica, la cultura garantista hanno già posto: diritto penale "minimo", depenalizzazione, carcere come istituto di "ultima istanza". Il secondo grande tema di lavoro per Magistratura Democratica è l'indebolimento, a favore dei padroni, della giurisdizione del lavoro. E' stata compiuta, in questi anni, una vera e propria rottura costituzionale; è stata assolutizzata la competitività della merci. E' questo il senso vero degli attacchi agli articoli 1, 2, 3 ,41 della Costituzione. L'organizzazione del lavoro diventa autoritaria in sè: le persone, i loro corpi, i loro saperi, il loro mestiere diventano mera protesi dell'organizzazione del lavoro. Occorre che la Costituzione ritorni dentro i cancelli delle fabbriche e dei luoghi di lavoro (che è, credo, la principale rivendicazione sulla quale è nata Magistratura Democratica). Assolutismo liberista, oligarchia tecnocratica, scardinamento della democrazia pluralista sono fortemente e drammaticamente connesse. Penso anche alla mercificazione dei "beni comuni", i beni non merce, che vedono trasformati i valori d'uso, con le privatizzazioni, in campi diretti di profitti privati. Penso all'acqua bene comune ed al voto parlamentare che ha sbeffeggiato e vanificato l'esito referendario (tranne che nella città di Napoli, grazie all'opera dell'amministrazione De Magistris). Sono, in definitiva, molto rilevanti i terreni comuni di impegno con Magistratura Democratica. Giovanni Russo Spena:31/01/2013 www.liberazione.it