RACCONTI & OPINIONI

Le conseguenze sono devastanti, perche' si diffonde tra le imprese l'idea che le regole ci sono ma si possono violare


Amianto, siamo ancora all'anno zero. Sui dati non c'è alcuna certezzaDi amianto si continua a morire in Italia, e il picco di casi per il principale tumore causato dall'esposizione alla fibra killer, il mesotelioma maligno pleurico, e' atteso entro il 2020 o 2025. I dati dell'emergenza sono ricordati nel testo del Piano nazionale amianto presentato alcuni giorni fa a Casale Monferrato, teatro del caso Eternit. Secondo le stime il picco sara' di 800-1.000 morti l'anno tra gli uomini (tra il 2010 e il 2020 o il 2012 e il 2025), mentre mancano o sono imprecise le stime per le donne, per gli altri organi colpiti dal mesotelioma e per le altre malattie collegate all'amianto e, soprattutto, una mappatura non completa sia delle discariche clandestine che di quelle legate al processo produttivo. L’impressione, a dir la verità, è quella di una forte approssimazione.  "Sono stato in molte regioni italiane - ha spiegato il pm di Torino Raffaele Guariniello - e ho parlato con procuratori della Repubblica, con lavoratori e con cittadini, prendendo atto che i casi di tumori provocati dall'amianto non sono mai stati segnalati all'autorita' giudiziaria. Le conseguenze sono devastanti, perche' si diffonde tra le imprese l'idea che le regole ci sono ma si possono violare senza incorrere in responsabilita' penali e si diffonde tra le vittime un senso di giustizia negata". Guariniello ha anche chiesto al ministro della Salute Renato Balduzzi, presente ai lavori, di "istituire un Osservatorio sui tumori professionali, in particolare da amianto, che alimenti interventi immediati degli organi di vigilanza e dell'autorita' giudiziaria", e ha ribadito la sua proposta di creare "una Procura nazionale sulla sicurezza del lavoro". L'Italia e' stata fino alla fine degli anni '80 il secondo maggiore produttore europeo di amianto dopo l'ex Unione Sovietica nonche' uno dei maggiori utilizzatori. Nel Belpaese sono anche presenti e hanno causato esposizione umana fibre asbestosimili, come la fluoro-edenite, una fibra di origine naturale presente nell'area etnea e capace di indurre anch'essa il mesotelioma, e la balangeroite, individuata in talune rocce presenti nella miniera di Balangero (Torino). Ad oggi "sono stati mappati circa 34mila siti interessati dalla presenza di amianto in 19 regioni, mentre Calabria e Sicilia non hanno trasmesso alcun dato". I siti con rischio piu' elevato sono 380 (priorita' 1), ma con il procedere della mappatura potrebbero in proiezione superare quota 500, spiegano gli esperti sottolineando la necessita' di "completare la mappatura dell'amianto sul territorio nazionale".Fabio Sebastiani 10/04/2013 www.controlacrisi.org