RACCONTI & OPINIONI

Una storia simbolo, e non l'unica perché davvero tanti sono gli Antonio che popolano gli Ospedali psichiatrici giudiziari


Dalla parte di Antonio, otto anni in manicomo criminale per 20 euroNei lager che per ipocrisia chiamiamo Ospedali psichiatrici giudiziari ci sono persone come Antonio, 29 anni, siciliano, rinchiuso da otto anni per aver "estorto" 20 euro alla nonna.Un "reato" che gli è costato l'arresto, la cella d'isolamento a Secondigliano, l'Opg a Reggio Emilia. La sua storia è stata raccontata da Rita Bernardini, deputato radicale, al convegno sugli Opg dello scorso 11 maggio a Foggia, promosso dall'Associazione Radicale "Maria Teresa Di Lascia". Una delle tante storie che accompagnano l'orrore di questa istituzione fuori dal tempo e fuori dalla Costituzione, come del resto lo sono i Cie dove vengono rinchiuse persone "colpevoli di non essere italiane". Il padre di Antonio si chiama Salvatore, è lui che parla del dramma del figlio in una lettera indirizzata a Marco Pannella, lettera letta al convegno e che qui riporto: Mio figlio da circa 8 anni è recluso in Opg. Fino a poco tempo fa si trovava a Napoli Secondigliano, adesso è stato trasferito a Reggio Emilia. Ha scontato diversi anni in isolamento, e mi ha racconto che è stato vittima di pestaggio da parte del personale. La cosa più buffa è che si trova in carcere (manicomio criminale ) per una banale denuncia che avrebbe fatto la nonna, denuncia che poi è stata ritirata: in pratica lui avrebbe chiesto 20 euro alla nonna, ma invece alla fine è risultato tentata estorsione con la nonna. È assurdo...era una menzogna. Ammesso che fosse vero, il reato mio figlio lo ha oltrepassato circa 15 volte con 8 anni di Opg. Ed è ancora più assurdo che si trovi recluso. Non so più a chi rivolgermi. Non ha una fine pena, lo hanno dimenticato. Aveva 23 anni quando lo hanno chiuso... adesso io dico che 8 anni di Opg lo hanno massacrato psicologicamente. Ma vi rendete conto... ho perso una figlia all'età di 18 anni, adesso sto rischiando di perdere anche mio figlio ...Una storia simbolo, e non l'unica perché davvero tanti sono gli Antonio che popolano gli Ospedali psichiatrici giudiziari. Il professor Danilo Montinaro, Membro di Psichiatria Democratica e del Comitato Stop OPG, tra i relatori al convegno di Foggia, ha ricordato alcuni dei casi più eclatanti: ad esempio la vicenda di un tale Beppe che una sera d'estate, ubriaco, ha distrutto una cabina telefonica alla stazione Termini e in forza di una perizia secondo la quale può reiterare il reato è stato etichettato come "socialmente pericoloso" e trattenuto dentro un Opg per 13 anni; o il caso di un uomo che arrestato per una rapina, dopo essersi invano dichiarato innocente, in un momento di disperazione ha inghiottito un chiodo di 7 centimetri col risultato che l'hanno portato e tenuto dentro un Opg per 12 anni. Dice il professor Montinaro: Nel 2002 fu fatta un'indagine sulla popolazione negli Opg... tra l'altro emerse che tra gli internati c'erano due per prostituzione, tre per detenzione di armi, altri tre per spaccio di stupefacenti, due per calunnia, uno per peculato, ancora uno per falsa testimonianza e falsificazione di moneta, un altro per reato di mendicità...Alla faccia della diagnosi scientifica...Ma tante altre le storie che potrebbero essere raccontate, tutte risolte con l'internamento, con nessuna cura se non con i soliti sedativi in abbondanza, e la solita dimenticanza...fino alla morte come è successo a Barcellona Pozzo di Gotto dove nel gennaio dello scorso anno è deceduto un calabrese di 56 anni malato da tempo e che si aggirava per i corridoi dell'Opg con la bombola ad ossigeno o ad Aversa dove nel 2009 gli infermieri hanno trovato morto un uomo di 45 anni: era talmente sedato che si è soffocato da solo per un rigurgito di cibo, come può capitare a un neonato. Per inciso, segnalo che si chiamava Pierpaolo Prandato, che da piccolo aveva avuto due crisi cardiache piuttosto gravi che l'avevano privato per alcuni secondi di ossigeno al cervello, minando in parte la sua salute mentale, che era caduto nell'alcool e nella droga, una discesa negli abissi che ha avuto l'apice il 7 maggio 2008 quando, in un solo giorno era riuscito a collezionare 12 tra reati e illeciti amministrativi, fra i quali molestie sessuali a una donna. Al processo era stato giudicato non imputabile perché incapace di intendere e volere al momento dei fatti, e condannato a scontare 4 anni in un Ospedale Psichiatrico Giudiziario. Ditemi voi...era quello il suo posto? In tutta coscienza. Per me no. E oggi di fronte all'ennesimo rinvio della chiusura di questi Istituti c'è chi propone i mini Opg. Dalla padella alla brace. Succede nella regione dove abito, in Abruzzo, dove la Asl Lanciano-Vasto-Chieti ha presentato un piano da 4 milioni per realizzare una casa di cura per venti detenuti psichiatrici dimessi dagli Opg. Una montagna di soldi per ristrutturare un rudere (un ospedale mai finito a Ripa Teatina, tipo cattedrale nel deserto...non l'unica nel Chietino) e rinchiuderci i soliti poveri diavoli, gran parte senza diagnosi certa, nulla di diverso di quanto si faceva prima di Basaglia. Trentacinque anni dopo la riforma.Per concludere, già nel 2001, dopo uno studio negli Opg, il professor Vittorino Andreoli scriveva che circa il 20% degli internati ha commesso reati minori e presenta indici di pericolosità "talora evanescenti" e che "in molti casi i rilevatori hanno faticato per trovare la diagnosi del ricovero". Ho conosciuto personalmente Vittorino Andreoli, ho letto e apprezzato suoi libri e i suoi studi. Mi fanno da guida nel mio "lavoro"...e oso un azzardo: forse - e se sbaglio chiedo scusa - quel venti per cento di "indici di pericolosità evanescenti" potrebbe anche essere alzato di qualche numero in più. Del resto è noto: per un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) bastano i carabinieri e un architetto o un ingegnere ...purché sindaco ovviamente.NB. Per questo io sono per CHIUDERE gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, per APRIRE i Centri di Salute Mentale h 24Francesco Lo PiccoloGiornalista, direttore di “Voci di dentro”Fonte www.huffingtonpost.it