RACCONTI & OPINIONI

Anziani malati torturati: ecco lo stato di passività morale che investe la nostra società e le sue strutture portanti


Tanto sono vecchi… Se dicessi che mi ha stupito la notizia – pur raccapricciante per i particolari a cui accennerò – del sequestro di una struttura residenziale per anziani neipressi di Terni e dei quattro arresti disposti dal GIP, Pierluigi Panariello, nei confronti del gestore della struttura e di tre dipendenti, non sarei sincero. Purtroppo l’esperienza professionale lunghissima in questo settore mi ha reso, mio malgrado, un esperto della materia e mi ha recentemente costretto– sì, proprio moralmente costretto – a scrivere, con il contributo di Vittorio Bonanni, un libro di denuncia (“La strage degli innocenti”, Ediesse)) su questi argomenti.Non mi conforta affatto che questa notizia rappresenti una clamorosa conferma della giustezza della denuncia che il libro viene gridando. Semmai mi fa accapponare la pelle la notizia dei maltrattamenti, pare confermata da video che non ho ancora visto, a cui erano sottoposti gli anziani ospiti. Percossi, derisi, chiusi a chiave, offesi e umiliati in una quantità di modi, che per pudore non mi viene nemmeno naturale riferire, questi cittadini senza diritti vivevano nel silenzio e nell’oblio i loro tormenti. E se non fosse stato per qualche anima buona che ha deciso di denunciare il fatto, chi sa per quanto tempo ancora avrebbero continuato ad essere torturati.Oral’apprendere che questa struttura si trova in una regione fra le più stimate intermini di efficacia-efficienza dell’assistenza socio-sanitaria, se possibile, mi preoccupa ancora di più. Anche se le indagini ovviamente dovranno chiarire le dinamiche precise dell’accaduto e soprattutto le relative responsabilità.Resta un fatto però incontrovertibile: questi episodi rappresentano la punta diun iceberg del quale nessuno si occupa. Né i media, né tanto meno quelvastissimo esercito di difensori della vita che quando sentono parlare diaborto o di eutanasia sono colti da crisi di furore e, poi, quando si tratta didenunciare la condizione miserrime di vecchi fragili socialmente, prima ancora che clinicamente, se ne disinteressano completamente.Sono costretto in questa circostanza ad osservare – e me ne dispiace molto – che l’attenzione della stampa e dei media dimostrata nei confronti del nostro libro pur sostenuto da testimonianze autorevolissime (Margherita Hack, IgnazioMarino, Carla Cantone, Umberto Galimberti e numerosi e autorevoli geriatri) è stata veramente modesta a fronte della lacerante attualità del tema sollevato.C’è da sperare, conoscendo un po’ le dinamiche e la superficialità della ipercomunicazione di oggi, che la dolorosa evidenza di questi fatti contribuisca almeno a rendere l’opinione pubblica e chi la informa meno insensibili a certi temi.Ècapitato per la denuncia di Papa Francesco della “globalizzazione dell’indifferenza” nei confronti di tanti morti annegati. Ma c’è voluto il viaggio del Papa per farlo! E questo la dice lunga sulla stato di passività morale che investe la nostra società e le sue strutture portanti. Ma dei vecchisi sa, specie quando sono poveri, non frega niente a nessuno. Sono come la polvere che va nascosta sotto il tappeto. Non producono e non consumano, non sono gradevoli di aspetto e ci ricordano che dobbiamo morire. Meglio nonparlarne…Roberto Gramiccia resp. nazionale dipartimento sanità di Rifondazione Comunista10/07/2013 www.liberazione.it