RACCONTI & OPINIONI

Nel Paese degli incubi nessun lavoratore potrà far rispettare i propri diritti se incombe la minaccia del licenziamento


Renzi, se il "nuovo che avanza" è il "vecchio che non si è fermato". Art. 18 e dintorni...Renzi il giorno dopo essere stato eletto segretario del Pd, e quindi futuro premier, chiarì che lo smantellamento dei diritti del lavoro sarebbe stata la sua fissazione. In puro stile berlusconiano e montiano, quindi, ha ricominciato a mettere sotto mira l’articolo 18: un unico contratto di lavoro indeterminato-flessibile per tutti i giovani al di sotto di una determinata soglia di età. In pratica, sarebbero cancellati i contratti a progetto introdotti con la legge Biagi e per i neoassunti il reintegro per giusta causa sarebbe sostituito da un indennizzo. Mentre per chi è già nel mercato del lavoro da tempo, resterebbe in vigore il vecchio “articolo 18”. Insomma, dopo le larghe intese in due persone, Letta e Berlusconi, il “nuovo che avanza” propone una persona sola con due anime, una di centrosinistra e una di centrodestra. Questa sorta di “poltergeist” è stato già all’opera. Ed ha asunto vari nomi. Uno degli ultimi è stato Sergio Marchionne. Così vuole l'Europa. Ora si prova con la variante Matteo Renzi, ma la sostanza è la stessa: la ripresa c’è solo con l’unica grande opera di chi è stato già capace il fascismo, asfaltare i diritti del lavoro. “Dopo la poesia arriva sempre la prosa – commenta a caldo il segretario del Prc Paolo Ferrero - e la proposta che da mesi viene avanzata dallo staff di Renzi di dar vita per i nuovi assunti ad un contratto a tempo indeterminato privo delle tutele dell’articolo 18 ci dice che il bipolarismo in Italia è tra due destre, entrambe contro i lavoratori. La proposta renziana servirebbe solo a togliere qualsiasi tutela ai giovani, impedendo loro di organizzarsi sindacalmente e di far valere i propri diritti. In questo modo il lavoro diventerebbe per legge un lavoro servile privo di tutele, perché nessun lavoratore può far rispettare i propri diritti se incombe quotidianamente la minaccia del licenziamento".La magia di Renzi è che sono tutti d'accordo, almeno in ambito parlamentare. Non ce ne è uno che si sia espresso nettamente contrario. Ognuno cerca la sua straduccia da percorrere e non osa mettersi contro il potente di turno. Del resto, se questo Parlamento è figlio della genuflessione ai voleri di Draghi cosa altro c'è da aspettarsi?Fabio Sebastiani17/12/2013