RACCONTI & OPINIONI

Il trend di crescita dei tumori registrato a livello mondiale nel corso del XX secolo ha riguardato anche i bambini (0-14)


Tumori infantili e inquinamento ambientale. Un legame stretto Quando si parla di prevenzione del cancro tutti pensano alla cosiddetta diagnosi precoce, ma c'è una prevenzione che si può fare a monte, cercando non di limitare i danni della malattia diagnosticandola al più presto, quanto piuttosto di evitare l'insorgere del cancro, impedendo l'esposizione alle sostanze che lo provocano». Lorenzo Tomatis – oncologo ed epidemiologo scomparso nel 2007, che per oltre dieci anni era stato direttore della IARC (International Agency for Reasearch on Cancer) – in un'intervista a La Stampa del 2005 confermava che «la prevenzione primaria consiste nel fare ricerca sulle sostanze naturali o sintetiche per capire quali sono cancerogene e, una volta individuate, suggerire alle autorità sanitarie delle misure di salute pubblica per toglierle dalla circolazione.Si tratta di una strategia che protegge tutti – diceva – il ricco come il povero, ma purtroppo è bistrattata da scienziati, politici e autorità sanitarie».Il quadro di riferimentoIl trend di crescita dei tumori registrato a livello mondiale nel corso del XX secolo ha riguardato anche i bambini (0-14). I dati emersi dallo studio ACCIS realizzato da IARC descrivono un incremento massimo di tumori infantili. Si tratta di uno studio realizzato su un campione di grandi dimensioni (>130.000 casi) in 19 Paesi europei nel corso di 20 anni di osservazione.In Italia un milione di bambini vive a meno di due chilometri dalle aree inquinate e undici milioni risiedono in aree coperte dai Registri Tumori, strutture che raccolgono le informazioni sui nuovi casi di malati di cancro. Solo Piemonte e Lombardia hanno una struttura specifica per la registrazione dei tumori infantili e il recente rapporto AIRTUM 2012, dedicato ai tumori dei bambini e degli adolescenti, contiene dati aggiornati fino al 2008. I dati sono riferibili a una copertura media di registrazione sul territorio nazionale del 47% (57% nel Nord Ovest, 68% nel Nord Est, 35% nel Centro e Sud Italia). In questo quadro di sostanziale incompletezza e disomogeneità dei dati disponibili, la stabilizzazione del tasso di incidenza per tutti i tumori nella fascia 0-14 anni, che aveva registrato un aumento fino al 2000 e che in Europa continua a essere tra i più elevati, non si può considerare positivamente. Il Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria (Ampp) dell'Istituto superiore di sanità (Iss) ha lanciato il progetto “Sentieri Kids” dopo che il progetto “Sentieri” aveva fatto emergere un incremento di mortalità del 5% nel primo anno di vita dei bambini residenti nelle aree Sin. «Proteggere i bambini dall'esposizione involontaria a inquinanti ambientali è una priorità di sanità pubblica», ha dichiarato Ivano Iavarone, che ha costituito un Gruppo di lavoro che dovrà individuare percorsi collaborativi multidisciplinari e multi-istituzionali per lo studio dei tumori infantili nei siti contaminati.Cosa ci dicono i tumori infantili?I tumori infantili sono un indicatore di una trasmissione transgenerazionale del danno. Secondo Ernesto Burgio, pediatra e membro del Comitato Scientifico di Isde Italia, lo studio sul genoma ci conferma che l'attività dei geni è determinata dall'ambiente. Se le catene alimentari e l'aria che respiriamo sono cambiate nella loro composizione molecolare negli ultimi vent'anni, l'esposizione diventa collettiva e transgenerazionale. Tutto quello che avviene nei nove mesi di gestazione rischia di essere più importante di quanto accadrà nel resto della vita perché le mamme esposte a piombo, mercurio, metalli pesanti e polveri sottili rilasciano queste sostanze al neonato o al feto attraverso il latte e il cordone ombelicale. Devono far riflettere i dati divulgati da Patrizia Gentilini, oncologa impegnata nella campagna di tutela dell'allattamento al seno. Il latte materno in Norvegia contiene 40 pg/Kg di diossine, a Milano 80, a Taranto 200 e a Brescia (zona Caffaro) 1200 pg/Kg.Solo la punta dell'icebergSe siamo tutti esposti, sin dalla nascita, diventa problematico anche provare correlazioni di causa ed effetto in specifici siti rispetto a nocività ambientali e patologie. Inoltre, come sostiene Fabrizio Bianchi (IFC-CNR, Pisa) che ha contribuito alla realizzazione del progetto “Sentieri”, «ci sono studi di popolazioni per le quali si sa già che ci sono esposizioni a rischio per inquinamenti e contaminazioni ambientali. Che richiedono interventi di prevenzione primaria prima ancora di dimostrare che vi siano eccessi per la salute». Infine, per Benedetto Terracini, past director di Epidemiologia e Prevenzione, «possibili fattori di rischio per i tumori infantili sono sicuri fattori di rischio per altre malattie dell'infanzia e l'evidenza di un rapporto causa-effetto per malattie non tumorali è talmente convincente che non pare sia il caso di aspettare o sollecitare una più forte evidenza scientifica per prendere delle misure di precauzione».Daniela PatruccoFonte: Valori (Rivista)2/1/2014 www.informasalus.it/it