RACCONTI & OPINIONI

Mentre latitano politica industriale, sostegno redditi da lavoro, redistribuzione ricchezza e del lavoro, lotta alla precarietà


Istat: a novembre nuovo balzo della disoccupazione (12,7%). Quella dei giovani sale al 41,6%Il tasso di disoccupazione generale a novembre si attesta al 12,7%, in crescita rispetto al 12,5% registrato a ottobre. Lo rileva l'Istat sulla base dei dati provvisori. Rispetto a novembre 2012 si registra un aumento di 1,4 punti. Anche quello giovanile è cresciuto ancora toccando il 41,6%, in aumento di 0,2 punti rispetto a ottobre (dato rivisto al rialzo al 41,4%) e di quattro punti rispetto a novembre 2012. Il tasso è al top dall'inizio delle serie storiche, ovvero dal 1977. Come si può vedere, le professioni di ottimismo del governo cozzano ogni giorno di più con la realtà dei fatti. Le aziende chiudono a ritmo incessante, la cassa integrazione tende a trapassare nella mobilità, vale a dire nei licenziamenti collettivi, mentre tutta la politica chiacchierata ignora del tutto le misure che dovrebbero essere prese per alimentare legittime speranze di ripresa. Il solo argomento che tiene banco è quello del potere, ribattezzato con la formula ipocrita della governabilità. Mentre politica industriale, sostegno ai redditi da lavoro, redistribuzione della ricchezza e del lavoro, lotta alla precarietà continuano ad essere temi estranei al vocabolario e al bagaglio culturale del centrosinistra e del centrodestra, tanto di vecchio come di nuovo conio. Le stessa sciagurata ricetta monetarista - con un prodotto interno lordo in continuo decremento, un rapporto debito/pil al 133%, e un deficit oltre la soglia del 3% malgrado i tagli al welfare - sta naufragando insieme al Paese e alle reiterate quanto bugiarde promesse di un futuro più roseo imminente. In realtà navigano tutti a vista, sperando in una miracolistica ripresa nella quale neppure i padroni credono più.«Saccomanni aveva annunciato che il 2014 sarebbe stato l’anno della svolta - commenta Paolo Ferrero (Prc) - Effettivamente la svolta c’è stata: in peggio. Abbiamo il boom delle domande di disoccupazione, salite del 32% nel 2013, mentre tutti i dati parlano di una recessione pesantissima e di una disoccupazione giovanile enorme. Con ogni evidenza le ricette del governo sono fallimentari, il lavoro che manca e l’economia che va a picco andrebbero affrontati con provvedimenti immediati ed efficaci, non solo a parole. Anche i numeri dimostrano purtroppo che non c’è nessuna luce in fondo al tunnel. Di fronte al palese fallimento delle sue politiche e alla palese falsità delle sue affermazioni - conclude Ferrero - Saccomanni ha una unica strada possibile: si dimetta!».08/01/2014