RACCONTI & OPINIONI

L'8 febbraio nella Capitale una manifestazione per l'abolizione della Fini-Giovanardi che intasa le carceri


 
Strappare l'erba al proibizionismo. Corteo a Roma  «Il proibizionismo ha fallito, la "guerra alla droga" è persa, lo ha compreso tutto il mondo tranne quei pochi ancora barricati nell'ultima isola proibizionista in un mondo che volta pagina e accerchiati da un oceano antiproibizionista che sabato 8 febbraio manifesterà a Roma». Alessandro Buccolieri, per tutti Mefisto, è il portavoce della Rete Legge Illegale, promotrice della street parade che attraverserà Roma tra 48 ore. «Non si può, nel 2014, anche in buona fede, essere proibizionisti, perchè l'evidenza dei danni creati ed il potere delle narcomafie, è evidente. I fatti ci hanno dato, purtroppo ragione: un arresto in ogni famiglia. C'è un universo in movimento che reclama un approccio diverso al fenomeno del consumo di sostanze che il proibizionismo con le sue speculazioni trasforma in problema sociale invitiamo quindi il presidente del Consiglio Letta a fare retromarcia e a ritirare l'avvocatura dello stato da lui sollecitata a difesa della tanto socialmente devastante e odiata legge illegale». Ieri, la presentazione ufficiale in Campidoglio della Campagna di Abolizione della Legge Fini-Giovanardi sulle droghe in vista del pronunciamento della Corte Costituzionale sulla incostituzionalità della Legge 49/06, dopo che diverse corti hanno bloccato i processi agli imputati e inviato la legge alla Consulta. Una legge che fu approvata con l'inganno parlamentare, by-passando i vincoli di costituzionalità sulla necessità e l'urgenza che sono i requisiti indispensabili che deve avere ogni decreto legge. Quel decreto conteneva norme sulla sicurezza per le Olimpiadi di Torino. Durante la discussione alle Camere il Governo Berlusconi introdusse un'intera legge di impianto punitivo e proibizionista sulle sostanze stupefacenti. Sono intervenuti oltre a Mefisto, Patrizio Gonnella di Antigone, Giorgio Bignami di Forum Droghe, Valeria Grasso, imprenditrice antimafia di "Legalità è Libertà".«Dagli ultimi dati risulta che il 40% dei detenuti è in carcere per la Legge Fini-Giovanardi. La maggioranza di governo è sotto ricatto da parte della compagine nella quale Giovanardi ha ancora una posizione rilevante - ha detto Gonnella con una certa indulgenza verso il Pd che in verità non ha mai dato sfoggio di una concreta cultura antipro - Noi non ci accontentiamo dell'abrogazione della legge per ragioni etico-filosofiche, di politiche anticriminalità, per ragioni legate all'affollamento delle carceri. La manifestazione dell'8 febbraio andrà oltre questo passaggio, verso la depenalizzazione. Noi non siamo estremisti. Lo siamo come lo sono l'Uruguay ed il Colorado». "Nessun altro paese europeo ha così tanti detenuti per reati connessi alle sostanze illegali - ricorda l'appello stilato il 15 dicembre scorso dai promotori - la pesante criminalizzazione dei consumatori stride di fatto con l'impunità riservata dal nostro sistema giudiziario ad autori di reati di ben altra natura, i cui effetti nuocciono alla salute della società intera, come se le categorie da individuare e perseguire fossero pre-costruite a suon di stigma". «La tabella unica delle sostanze rappresenta un falso scientifico - ha spiegato Bignami - Non esiste sostanza farmacologicamente attiva di cui non esista possibilità di abuso. Questa concezione è un attacco diretto alla Costituzione».Valeria Grasso, imprenditrice antimafia non avrebbe «mai pensato di aderire ad un'iniziatica come questa. Ma sono cambiata dopo la mia esperienza. Il compromesso con la mafia è un compromesso di morte. Ho deciso di portare, tra i giovani, nelle scuole, la mia testimonianza. Ho incontrato figli di detenuti che mi hanno fatto avvicinare a queste problematiche. La cosa che mi ha colpito sono gli effetti medici e che la cannabis non ha mai provocato alcun morto. Finora ho avuto le idee confuse o forse me le hanno confuse volontariamente. Mi farò promotrice perciò di questa battaglia, perchè così si potranno sottrarre tanti ragazzi dalla strada, dove trovano guadagni facili. Vorrei lanciare un appello alle mamme, perchè comincino a vedere un mondo diverso».Sabato, a Roma, scenderà in piazza l'Italia dei diritti, dalla galassia dell'autorganizzazione, con i centri sociali da tutto il paese all'associazionismo di base, dalla rete degli operatori di riduzione del danno, con le loro cooperative e comunità di accoglienza fino ai comitati della lotta alle mafie, tutti insieme per dire che "Questa legge è illegale e il suo costo è reale". Ci saranno, tra gli altri, i promotori della campagna "Tre leggi per la giustizia e i diritti" forti di decine di migliaia di firme anche per l'abrogazione della legge Fini-Giovanardi, oltre che contro la tortura, che in Parlamento non han trovato granché ascolto. Per far cessare la vergogna dell'intasamento delle prigioni basterebbe separare il reato di possesso da quello di spaccio ma «dal dl carceri è stata stralciata proprio la parte che riguarda l'ingiusta detenzione dei tossicodipiendenti - spiegano Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, e Giovanni Russo Spena, responsabile Giustizia del Prc - Questo sarebbe stato un provvedimento vero ma evidentemente in Italia anche il carcere è di classe, se sei ricco e tossicodipendente te ne stai fuori, se sei povero e non hai i soldi per gli avvocati stai a marcire in galera. A questo punto per tenere fede agli impegni presi con l'Unione europea le uniche misure praticabili sarebbero l'amnistia e l'indulto».Checchino Antonini 6/2/2014 www.popoff.globalist.it