Quelle notizie su Cl che nessungiornale vuole pubblicareA poco più di un mesedall’inaugurazione del Meeting di Rimini 2014, la fraternità religiosa diComunione e liberazione con la Compagnia delle Opere e la Fondazione perla sussidiarietà sono impegnate nel marketing dell’evento che non deveessere oscurato nemmeno dal forfait del premier Matteo Renzi.Grandi quotidiani,televisioni pubbliche e non, comunicazione istituzionale sembranoadeguarsi preventivamente. Almeno tre rilevanti notizie non hannotrovato eco nei media, anche se mantengono l’interesse di social network eweb…La prima riguarda il reverendomonsignor Mauro Inzoli per cui il 9 dicembre 2012 il vescovo di Crema avevadisposto «la dimissione dallo stato clericale», confermata il 12 giugnoscorso dal provvedimento emanato dalla Congregazione per la dottrinadella fede. Comportamenti scandalosi, pedofilia, abuso su minori: lo silegge chiaro e tondo nel comunicato ufficiale della Diocesi. E – finora —soltanto nelle cronache della Provincia di Cremona e nella puntuale,documentata e costante «campagna di controinformazione» di Wu MingFoundation. Si tratta dell’ex vicepresidente della CdO, fondatore delBanco Alimentare, ex rettore dell’Istituto Santa Dorotea di Napoli, masoprattutto fin dal 1984 presidente dell’associazione ciellina che a Cremariceveva in affidamento minori in difficoltà. Notizia, di fatto,censurata a livello nazionale da sempre. Un caso clamoroso «regolato»solo dal Vaticano. Ma Franco Bordo (deputato Sel) non si accontenta e hafirmato un sintomatico esposto alla locale Procura della Repubblica…La seconda notizia è lasentenza del Tribunale civile di Padova. Ha condannato GrazianoDebellini, leader carismatico di Cl a Nord Est, a risarcire con 25.405euro Luigi De Magistris, attuale sindaco di Napoli. Un duello personale cherisale al 2008 quando i vertici ciellini finiscono nell’occhio del cicloneper l’inchiesta della Guardia di finanza e della magistratura sull’utilizzodei fondi europei. Era la «Why Not veneta» che ha rimesso in discussionel’anima candida dei seguaci di don Giussani. In primo grado, con ritoabbreviato, quattro condanne per truffa aggravata e continuata: spicca ilnome di Alberto Raffaelli, che fra il fallimento di K Communication Srle la letteratura locale si è anche preoccupato dell’immagine del sindacoleghista Flavio Tosi. Per l’imputato Debellini, invece, era scattata laprescrizione. Ora la condanna a causa delle dichiarazioni rilasciate nel2010, al momento del rinvio a giudizio: «Questa è una decisione figliadella cultura alla De Magistris. L’atteggiamento dei pm è frutto dicattiveria, pregiudizi e teorie ideologiche, appunto alla DeMagistris. L’inchiesta su di noi è nata perché qualcuno voleva imitare l’inchiestaWhy Not. C’erano degli sceriffi che avevano pensato che fosse la loro grandeoccasione di visibilità».Infine, la drastica decisionedel patriarca di Venezia Francesco Moraglia appena annunciata con unintervento nel settimanale diocesano Gente Veneta. «È precisoconvincimento del Patriarca — che è anche Gran Cancelliere dellaFondazione Studium Generale Marcianum — che il contesto attualerichieda segni di novità nell’intendere e vivere i rapporti tra le istituzionicivili e quelle ecclesiali. In tal senso, si ritiene necessario che vadaripensato e giunga ormai a termine il rapporto esistente tra laFondazione e il Consorzio Venezia Nuova». Parole inequivocabili,rispetto anche alle «interlocuzioni» fra i cannibali del Mose e ilciellino Angelo Scola documentate nei faldoni della Procura.È l’inizio della fine per laChiesa nella Chiesa? Non è arrivato il momento giusto per rompere anche ilmuro di omertà mediatica sul Meeting di Rimini?Ernesto Milanesi16/7/2014 www.ilmanifesto.it