RACCONTI & OPINIONI

SPRAZZI DI CIVILTA' CONTRO LA BARBARIE


I 25 nomadi e i chieresi vivono insieme da 3 anni Chieri, la giunta vuol cacciare i rom. I vicini li difendono  Esistono specie in via di estinzione: i panda, le tigri ed anche i cittadini che non si fanno annebbiare il cervello dalla nuova emergenza nazionale, quella contro i diversi. E diversi tra i diversi sono ovviamente gli zingari, soggetti di un tiro al bersaglio che alle istituzioni bisognose di consensi dà sempre più frutti. Ma a Chieri, paesone a due passi da Torino, sta avvenendo una storia atipica perché con un finale incerto. I protagonisti sono gli stessi che si dibattono in giro per l'Italia in questi giorni: un sindaco di centro sinistra che fa lo sceriffo, venticinque nomadi che vivono nelle roulottes, i cittadini indignati che hanno paura e altri invece che proprio non riescono a stare zitti...Per capire come va questa storia è necessario andare in questo pezzetto di campagna poco lontano dalla città. Chieri è un centro ex ricco su cui si sta abbattendo la feroce crisi del settore tessile, fagocitato dalla concorrenza cinese. Le solite fabbriche che chiudono e delocalizzano, una tensione crescente data dalla sensazione di un incipiente impoverimento generale. Le leve delle istituzioni locali da muovere in questo contesto economico sono nulle. La coperta è diventata molto piccola e l'unica cosa che viene in mente agli amministratori è difenderla da intrusi. Plauso della cittadinanza.Il campo rom in questione assomiglia ad un campeggio. Cintato da una siepe alta e verde, roulottes parcheggiate sotto l'ombra di un boschetto. Isolato nei campi di mais: l'abitazione più vicina è una cascina e si trova a duecento metri mentre i palazzoni della Chieri che ha paura non si vedono nemmeno. Mancano i gabinetti, al loro posto sono state scavate delle rudimentali fosse biologiche. L'energia elettrica è data da generatori a gasolio.Il sindaco di Chieri, l'ex compagno Agostino Gay, ha emesso un'ordinanza per fare smammare i dieci adulti ed i quindici ragazzini che vivono nel campo. Sul foglietto che che è stato recapitato ieri ai residenti (non è un termine usato a caso) si danno sessanta giorni di tempo per portare via tutto. Dove non è ancora dato saperlo. Di sgombero in sgombero si spera che i rom vincano le leggi della fisica e si dissolvano. Anzi, non contenta dell'ordinanza, accolta da plauso bipartisan, la giunta comunale ha optato per la super tolleranza zero e sono intenzionati a emettere un secondo provvedimento di carattere igienico-sanitario che accelererebbe le procedure. Ieri mattina i solerti tecnici dell'Arpa (agenzia regionale protezione ambientale) hanno effettuato un controllo nel campo, ma in base ai rilievi non sono emerse situazioni critiche. Le gravi condizioni igienico sanitarie impugnate dagli sceriffi di Chieri sarebbero quindi un pretesto. Se poi verranno individuate le fosse biologiche come fonte di inquinamento del terreno sarebbe utile fare qualche controllo sulle cascine limitrofe che da sempre utilizzano questo tipo d servizio igienico.«Ma questo terreno è nostro, l'ho pagato 25mila euro tre anni fa - protesta uno dei capifamiglia - Quando sono andato in municipio per cambiare residenza, nessuno mi ha detto niente. Ci hanno persino dato un cartello con il numero civico, strada Fontaneto 296. E il postino passa da noi tutte le mattine. Siamo una comunità pacifica che non ha mai creato attriti con i residenti della zona. Lavoriamo il ferro, facciamo anfore e sottovasi di rame, ci siamo integrati e i nostri bambini frequentano le scuole. Perché dopo tre anni di tranquilla convivenza ci vogliono mandare via?». Fin qui la storia è una delle tante che accadono in Italia. Ma la reazione dei vicini di casa rompe gli schemi. Di solito sono quelli con il dente avvelenato ma in questo caso difendono a spada tratta i venticinque rom. Giovanna, mamma di tre bambini abita in una cascina poco distante: «Provvedimento incomprensibile. Non hanno mai dato fastidio a nessuno, si fanno gli affari loro, nessuno di chi abita in questa zona ha paura di alcunché». Giovanni, un vecchio piemontese: «Premesso che a me i rom non piacciono devo dire che questi proprio non hanno mai fatto nulla di losco. Magari una ragione il sindaco ce l'ha per mandarli via ma a me non sembra giusto. Poi faccia lui...». Nessuno dice che in caso di sgombero fronteggerà le forze dell'ordine ma in molti si presenteranno a protestare silenziosamente. «Cosa possiamo fare? Andiamo con il trattore a bloccare la strada quando si presentano i poliziotti? La politica dovrebbe occuparsi di questi problemi, non i vicini di casa». Le prossime settimane saranno decisive e la protesta di alcuni chieresi forse farà trattare su una "ricollocazione" dei 25 rom.Maurizio PagliassottiLiberazione27/07/2008