RACCONTI & OPINIONI

Stanziati 850mila euro per rimuovere i rifiuti speciali scoperti. Sono a carico degli industriali inquinatori?


Chiaiano, il governo ammette: l'amianto c'èAvevano ragione i cittadini picchiati dalla polizia  Stanziati da Palazzo Chigi 850mila euro per rimuovere l'amianto dalla cava di Chiaiano. L'ordinanza numero 8 del 2009 è stata emessa una settimana fa ma solo ieri è stata resa pubblica grazie ai comitati che si battono contro la discarica e in difesa del parco metropolitano delle colline flegree. Avevano ragione loro. Avevano ragione i cittadini e gli amministratori locali (della circoscrizione napoletana che comprende Chiaiano e di due comuni di Marano e Mugnano) che hanno sempre denunciato non solo i rischi di una discarica in un sito così delicato ma pure i traffici che già erano avvenuti nell'area utilizzata come Poligono fino alla decisione di Berlusconi di imprimere una svolta autoritaria alla vicenda già losca dello smaltimento dei rifiuti campani. E anche l'amianto erano stati i tecnici dei comitati a denunciarne la presenza. E' stato tre mesi fa e i firmatari di un esposto s'erano sentiti minacciare di querela per calunnia e vilipendio delle forze armate. La loro risposta è consistita nella consegna di ulteriori elementi di prova, per lo pià materiali video e rilievi fotografici. L'amianto era nella discarica abusiva ed è stato movimentato con metodologie per nulla rispettose di norme estremamente precise in materia di rifiuti speciali. Chi comanda, dopo la militarizzazione dell'affare rifiuti, è sempre stato reticente sulla tracciatura della destinazione del materiale rimosso dalla collina e del terreno tossico al fondo della cava. La trasparenza non è una virtù militare nemmeno quando è in ballo la salute dei cittadini. Dal 13 ottobre, la cava è off limit ai tecnici "not embedded".Comunque, resta che aveva ragione la gente di Chiaiano, da mesi criminalizzata per l'ostinazione dimostrata nella difesa del territorio. L'ordinanza conferma che quei rifiuti sono temibili e la rimozione «costituisce una misura di estrema urgenza per la salvaguardia della salute pubblica». Un ritardo «genererebbe gravi ripercussioni anche di ordine sociale». Ma allora perché si sono persi tre mesi? si chiede Franco Ortolani, geologo alla Federico II: «E come mai sono stati rimossi irregolarmente per spostarli di alcuni metri?». Da allora sono esposti all'aria e alle piogge con conseguenze inquietanti. «La blindatura della cava continua a nascondere cose non buone per i cittadini e l'ambiente». Aveva ragione chi fu travolto dalle cariche di polizia: quel sito non è idoneo per la realizzazione di una discarica e non c'è stata una messa in sicurezza adeguata.   Checchino AntoniniLiberazione29/01/2009