SERVIZI SANITARI IN EUROPALa Commissione europea ha proposto una direttiva sulle cure transfrontaliere che dovrebbe permetterebbe di eliminare gli ostacoli alla mobilità dei malati e garantire cure sicure e di qualità in tutta Europa.Nel corso della prossima sessione plenaria voteremo in prima lettura (ciò significa che il percorso legislativo non è ancora concluso) la proposta della Commissione volta a uniformare l'erogazione dei servizi sanitari alla Direttiva servizi (la famigerata Bolkestein) da cui erano esclusi e per garantire,nell'ambito della libera circolazione dei cittadini, il loro diritto a fruire dei servizi sanitari ovunquenel territorio dell'Ue.Va detto che, per l’esecutivo Ue, le cure transfrontaliere riguardano un numero limitato di persone (l'uno per cento); la maggior parte degli europei preferisce essere curato a casa propria; quindi, indirettamente, questa proposta sarà utilizzabile da cittadini che potranno garantirsi la certezza dei rimborsi grazie ad assicurazioni private o a un alto livello di welfare presente nel proprio Paese. La direttiva non si applicherà ai servizi sanitari per i lungo degenti e a chi necessiterà di trapianti di organi (quest'ultimo caso sarà oggetto di altra proposta). Ma rappresenta un’occasione importante per legiferare a livello comunitario sui servizi sanitari, in modo da poterne tutelare al massimo il carattere pubblico e universale. Il testo attuale presenta comunque alcuni aspetti specifici che giudichiamo positivi.Il paziente e i suoi diritti alla mobilità transfrontaliera sono al centro dello scopo della direttiva; sonostati potenziati i suoi diritti all'informazione preventiva per diagnosi o percorsi curativi, scelta di medicinalie trasparenza dei costi; la Commissione si impegna a presentare entro 18 mesi una propostalegislativa per istituire un Mediatore europeo dei pazienti cui sottoporre eventuali denunce surimborsi delle spese o per danni, e per autorizzazioni preventive negate; vi è l’obbligo a cooperare e gestire reti condivise in tema di nuove tecnologie sanitarie.Gli elementi che critichiamo sono invece i seguenti. Gli obiettivi generali di accessibilità, qualità e sostenibilità finanziaria non hanno valore prescrittivo; pur riconoscendo la natura di interesse generale della sanità e avendo soppresso i riferimenti alla Direttiva servizi, è rimasta come base legale la libertà del mercato interno, mentre si sarebbe dovuto rafforzare il principio dell’universalità del diritto alla salute; il sistema di autorizzazione preventiva per cure ospedaliere o per patologie particolari, previsto dalla normativa, comporta che l’autorizzazione possa anche essere rifiutata vanificando i rimborsi e obbligando il paziente a ricorrere alle assicurazioni private pur di vedere riconosciuto il diritto ad essere assistito. Il paziente può chiedere il rimborso per un importo pari a quello a carico del servizio sanitario rimborsato nel proprio Paese, mentre le spese eccedenti sono a suo carico o coperte da un'assicurazione privata ad hoc: quindi viene meno il diritto ad essere curati ovunque, obiettivo vantato invece dalla direttiva.Il gruppo di cui faccio parte, il Gue/Ngl, ripresenterà pertanto nella prossima seduta plenaria un’istanza di rigetto della proposta sostenendo in alcuni emendamenti che i diritti alla salute sono garantiti da due regolamenti comunitari, chiedendo che vengano assunti come principi la sanità pubblica, la cooperazione tra gli stati membri e che venga messo al primo posto il benessere del paziente. Chiederemo inoltre che vengano rispettati i diritti dei lavoratori del settore, così come il diritto dei migranti a ricevere cure, e che il servizio pubblico venga riconosciuto come pilastro centrale della direttiva. Senza un accoglimento positivo di questi principi il nostro gruppo voterà contro. L’ultima parola, quindi, non è ancora detta: la sfida per garantire il diritto alla cura in tutta Europa.Vittorio AgnolettoParlamentare europeo - Rifondazione Comunista/Sinistra Europea
Intervento di Vittorio Agnoletto: la sfida per garantire il diritto alla cura in tutta Europa
SERVIZI SANITARI IN EUROPALa Commissione europea ha proposto una direttiva sulle cure transfrontaliere che dovrebbe permetterebbe di eliminare gli ostacoli alla mobilità dei malati e garantire cure sicure e di qualità in tutta Europa.Nel corso della prossima sessione plenaria voteremo in prima lettura (ciò significa che il percorso legislativo non è ancora concluso) la proposta della Commissione volta a uniformare l'erogazione dei servizi sanitari alla Direttiva servizi (la famigerata Bolkestein) da cui erano esclusi e per garantire,nell'ambito della libera circolazione dei cittadini, il loro diritto a fruire dei servizi sanitari ovunquenel territorio dell'Ue.Va detto che, per l’esecutivo Ue, le cure transfrontaliere riguardano un numero limitato di persone (l'uno per cento); la maggior parte degli europei preferisce essere curato a casa propria; quindi, indirettamente, questa proposta sarà utilizzabile da cittadini che potranno garantirsi la certezza dei rimborsi grazie ad assicurazioni private o a un alto livello di welfare presente nel proprio Paese. La direttiva non si applicherà ai servizi sanitari per i lungo degenti e a chi necessiterà di trapianti di organi (quest'ultimo caso sarà oggetto di altra proposta). Ma rappresenta un’occasione importante per legiferare a livello comunitario sui servizi sanitari, in modo da poterne tutelare al massimo il carattere pubblico e universale. Il testo attuale presenta comunque alcuni aspetti specifici che giudichiamo positivi.Il paziente e i suoi diritti alla mobilità transfrontaliera sono al centro dello scopo della direttiva; sonostati potenziati i suoi diritti all'informazione preventiva per diagnosi o percorsi curativi, scelta di medicinalie trasparenza dei costi; la Commissione si impegna a presentare entro 18 mesi una propostalegislativa per istituire un Mediatore europeo dei pazienti cui sottoporre eventuali denunce surimborsi delle spese o per danni, e per autorizzazioni preventive negate; vi è l’obbligo a cooperare e gestire reti condivise in tema di nuove tecnologie sanitarie.Gli elementi che critichiamo sono invece i seguenti. Gli obiettivi generali di accessibilità, qualità e sostenibilità finanziaria non hanno valore prescrittivo; pur riconoscendo la natura di interesse generale della sanità e avendo soppresso i riferimenti alla Direttiva servizi, è rimasta come base legale la libertà del mercato interno, mentre si sarebbe dovuto rafforzare il principio dell’universalità del diritto alla salute; il sistema di autorizzazione preventiva per cure ospedaliere o per patologie particolari, previsto dalla normativa, comporta che l’autorizzazione possa anche essere rifiutata vanificando i rimborsi e obbligando il paziente a ricorrere alle assicurazioni private pur di vedere riconosciuto il diritto ad essere assistito. Il paziente può chiedere il rimborso per un importo pari a quello a carico del servizio sanitario rimborsato nel proprio Paese, mentre le spese eccedenti sono a suo carico o coperte da un'assicurazione privata ad hoc: quindi viene meno il diritto ad essere curati ovunque, obiettivo vantato invece dalla direttiva.Il gruppo di cui faccio parte, il Gue/Ngl, ripresenterà pertanto nella prossima seduta plenaria un’istanza di rigetto della proposta sostenendo in alcuni emendamenti che i diritti alla salute sono garantiti da due regolamenti comunitari, chiedendo che vengano assunti come principi la sanità pubblica, la cooperazione tra gli stati membri e che venga messo al primo posto il benessere del paziente. Chiederemo inoltre che vengano rispettati i diritti dei lavoratori del settore, così come il diritto dei migranti a ricevere cure, e che il servizio pubblico venga riconosciuto come pilastro centrale della direttiva. Senza un accoglimento positivo di questi principi il nostro gruppo voterà contro. L’ultima parola, quindi, non è ancora detta: la sfida per garantire il diritto alla cura in tutta Europa.Vittorio AgnolettoParlamentare europeo - Rifondazione Comunista/Sinistra Europea