RACCONTI & OPINIONI

Un dossier di Eurispes e Telefono Azzurro in occasione del ventennale della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia


Bambini e adolescenti in italia: un quadro degli ultimi dieci anni Presentato a Roma, presso la Biblioteca Centrale il 24 giugno 2010, in occasione del ventennale della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia per stimolare – si legge nel comunicato stampa – una riflessione sui diritti dei bambini e degli adolescenti e sullo stato di attuazione di questa Convenzione, ma anche a promuovere una maggiore diffusione della cultura dei diritti all’interno della nostra società. Lo studio focalizza tre temi fondamentali che hanno caratterizzato la nostra società negli ultimi dieci anni: 1) Una società che cambia (Percorsi e sviluppi della famiglia italiana. L’impatto dei figli sui modelli di consumo e sull’economia familiare. L’istituzione scolastica nella percezione degli intervistati. Immigrazione e alunni stranieri. Come sono cambiati i modelli di riferimento dei giovani). 2) Media e nuove tecnologie (Il ruolo della televisione nei consumi dei giovanissimi e le misure a tutela del pubblico dei minori. Bambini e giovani alle prese con le nuove tecnologie. Telefonini: utilizzo, modelli e rischi connessi all’uso del cellulare. Internet e i giovani).3) Infanzia a rischio (Fattori di rischio: nuovi volti per vecchie problematiche. Il bullismo: il fenomeno nelle indagini di Eurispes e Telefono Azzurro. Pedofilia, pedo-pornografia e adescamento on line. I bambini scomparsi).Per il prof. Ernesto Caffo, Presidente di “S.O.S. Il telefono Azzurro Onlus”, “Questi cambiamenti che interessano la famiglia e le nuove tecnologie si caratterizzano per essere ambivalenti, potendosi riscontrare sia fattori di rischio sia fattori protettivi per bambini e adolescenti. Certamente bambini e adolescenti di oggi devono affrontare una complessità che comporta più accentuate condizioni di rischio e che si traduce in nuove forme di disagio: violenza intra-familiare, turismo sessuale pedo-pornografia e adescamento on line, bullismo e cyber-bullismo ne sono le manifestazioni più evidenti.” La genitorialità e più in generale i ruoli educativi sono posti di fronte a nuove sfide. È necessario allora ripensare la funzione educativa come capacità di accompagnare i più giovani nella crescita favorendo l’acquisizione di competenze e strumenti nella gestione delle emozioni e degli stress quotidiani come pure di strategie di difesa rispetto a specifiche situazioni di pericolo”. “É indispensabile – conclude il prof. Caffo – che le istituzioni intervengano tempestivamente con azioni in grado di valorizzare le nuove potenzialità dei ragazzi, stimolandone la partecipazione attiva nella ricerca di soluzioni. Allo stesso tempo, le istituzioni devono farsi promotrici di interventi specifici sia sul piano normativo e della prevenzione per aiutare bambini, adolescenti e famiglie che dispongono di minori risorse e si trovano a vivere condizioni di disagio”.Per il Presidente Eurispes, prof. Gian Maria Fara, “la perdita della consapevolezza che la società, pur nelle sue numerose articolazioni e condizioni, debba essere considerata un tutt’uno ha prodotto una “cultura verticale” che tende ad isolare e a circoscrivere piuttosto che coinvolgere ed integrare. La tendenza era ed è quella di “costruire mondi”: i bambini, gli adolescenti, gli adulti, gli anziani, ciascuno con le proprie caratteristiche e le proprie esigenze che finiscono per allontanarsi e spesso per entrare in conflitto. Si è applicata al sociale una sorta di lettura economicista e le sue diverse componenti sono state interpretate e divise in termini di “filiera”.“La nostra organizzazione sociale è modellata sulle esigenze della produzione e di conseguenza è chi produce a contare di più. Perciò chi ancora non è in grado di produrre o chi non produce più deve accontentarsi: i bambini e gli adolescenti di poter consumare e gli anziani di una decorosa, quando possibile, assistenza.Si è spesso sottolineata l’inadeguatezza delle politiche di sostegno alle famiglie, che risultano carenti sia sul piano economico sia sul piano della programmazione. In Italia, la assoluta priorità non solo economica, ma anche culturale e sociale della famiglia, viene continuamente e retoricamente declamata, ma nei fatti le politiche familiari italiane si collocano agli ultimi posti in Europa per quantità e per qualità degli interventi”.OMA (Migranti-press 28)