RACCONTI & OPINIONI

La sua colpa aver affisso al cancello della fabbrica la bandiera della pace


FIAT: OPERAIO LICENZIATO, 7 ANNI FA TOCCÒA MIO ZIOPOMIGLIANO D'ARCO (NAPOLI), 20 LUG - Uno zio di Giovanni Musacchio, l'operaio 30enne della Power Train della Fiat di Termoli (Campobasso), fu licenziato dalla stessa azienda nel 2003 per aver apposto sulle ringhiere dei cancelli dello stabilimento una bandiera della pace. «Oggi - riferisce Giovanni, del coordinamento provinciale dello Slai Cobas di Campobasso - è toccata a me. Una sorte che ci accomuna e che per me è arrivata il giorno dopo il compleanno di mia figlia, che ha compiuto ieri due anni». Giovanni Musacchio, in una intervista telefonica con l'ANSA, spiega che il licenziamento segue una contestazione comunicatagli la scorsa settimana: «Mi hanno contestato un'assenza ingiustificata - dice - che al massimo poteva prevedere una sospensione di uno o due giorni. Invece sono stato licenziato. Un bel 'regalò per il compleanno di mia figlia, che ho accompagnato dal medico il 22 giugno scorso, per poi partire per Pomigliano d'Arco». Musacchio, poi, afferma di aver già dato mandato ai propri legali di impugnare il provvedimento per lui «illegittimo e conseguente al clima che si è creato in azienda in queste settimane». «Ieri io ed una rsu dello Slai Cobas - prosegue Musacchio - capeggiavamo un corteo in fabbrica per protestare contro il piano Marchionne ed il mancato pagamento dei premi di produzione. Gli operai sono stanchi, e la Fiat reprime le proteste con i licenziamenti». A casa dell'operaio stanno arrivando numerose persone per attestare la propria solidarietà, e tra queste anche Stefano Musacchio, zio del giovane: «Non hanno potuto colpire me - afferma l'uomo, 67 anni, ormai pensionato - ed hanno colpito mio nipote e con lui tutta la sua famiglia, compresa la bambina di due anni, per la quale Giovanni aveva chiesto un permesso per portarla dal medico, in quanto colpita da varicella. La Fiat non può cambiare le leggi a suo piacimento».20/07/2010