RACCONTI & OPINIONI

Lo sviluppo criminale: a Montecity un concentrato di sostanze inquinanti


Milano. Sequestrata la “città perfetta”: Dieci anni fa a Milano si decideva di recuperare un'area un tempo occupata dagli stabilimenti chimici della Montedison e dall'acciaieria Redaelli, dando così il via all'ambizioso "Progetto Montecity".Montecity doveva essere la città perfetta, una "città nella città" collocata alla periferia sud-est del capoluogo lombardo, disegnata dalla matita visionaria dell'architetto Sir Norman Foster. Un sogno da 1,7 miliardi di euro che, in teoria, doveva essere concluso tra il 2008 e il 2011 con le scuole, la Chiesa, il servizio sanitario, il centro congressi, i centri sportivi, il cinema, i negozi. Invece è ancora un triste cantiere aperto ed è destinato a rimanere tale ancora per molto. Bufere giudiziarie, infatti, continuano ad abbattersi sul futuristico progetto.Dopo i rinvii a giudizio del marzo scorso per fatturazioni fasulle e riciclaggio che hanno coinvolto l'imprenditore Giuseppe Grossi, alcuni suoi collaboratori e Rosanna Gariboldi, moglie del deputato del Pdl Giancarlo Abelli, oggi i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Milano, su disposizione del Gip presso il Tribunale di Milano, Fabrizio D'Arcangelo, hanno eseguito il sequestro preventivo dell'area Montecity Santa Giulia, di proprietà della Milano Santa Giulia spa facente capo al gruppo Zunino. Le ipotesi di reato sono gestione dei rifiuti non autorizzata e avvelenamento delle acque.L’operazione, denominata "Peter Pan", coordinata dai Pm Laura Pedio e Gaetano Ruta della Procura della Repubblica di Milano, svolta anche grazie al contributo dell'Arpa, della Polizia Locale di Milano e del Corpo Forestale dello Stato, ha evidenziato il superamento dei limiti di legge di alcune sostanze pericolose per l'ambiente e la salute, tra cui alcune cancerogene e dannose per fertilità e gravidanza, come il cloruro di vinile, il cromo esavalente e il cadmio.I valori più alti di inquinanti sono emersi nell'acqua della falda sospesa a 6-7 metri di profondità, mentre in maniera minore nell'acqua della falda a 30 metri dove attinge l'acquedotto pubblico. Inoltre, da ulteriori accertamenti è stato scoperto che negli spazi, in cui prima sorgevano gli stabilimenti chimici siano stati fatti degli scavi non autorizzati per occultare scorie di acciaio che invece andavano smaltite come "rifiuti".Nel corso dell'inchiesta sono state effettuate anche numerose perquisizioni che hanno portato al sequestro di certificati di analisi di laboratorio dei campioni delle acque e dei terreni nonché di documenti contabili relativi alle opere di bonifica e di smaltimento dei rifiuti.In totale le persone indagate a vario titolo sono nove, tra questi figurano l'immobiliarista Luigi Zunino, l'ingegnere Claudio Tedesi, titolare di una società specializzata nelle bonifiche e direttore dell'Asm di Pavia, Silvio Bernabè, ex amministratore delegato di Milano Santa Giulia Spa e Davide Albertini Petrone, direttore generale di Risanamento. Gli altri nomi trapelati sono quelli di Ezio Streri, Vincenzo Bianchi (ex Lucchini Artoni), Bruno Marini e Alessandro Viol della Edilbianchi che si sono occupati del movimento terra. Per tutti i reati ipotizzati sono, appunto, discarica abusiva, gestione di rifiuti non autorizzata e avvelenamento delle acque.Mariafrancesca Ricciardulli20 Luglio 2010www.dazebao.org