RACCONTI & OPINIONI

Comunità in lotta per la sanità pubblica. Da settimane i cittadini di Tinchi (Matera) protestano sul tetto della struttura


Appalti milionari per l'ospedale che ora chiude e va ai privati E' dal primo luglio, cioè da ben da cinquantuno giorni, che sono sul tetto più alto dell'Ospedale. I Comitati di cittadini di Bernalda e Metaponto e il Comitato Difesa dell'Ospedale di Tinchi di Pisticci, in provincia di Matera, lo fanno per scongiurarne la chiusura. E sta crescendo continuamente la partecipazione popolare, forte già di dodicimila firme raccolte tra i cittadini. Ci si oppone allo smantellamento in atto di un ospedale eccellente per il servizio fin qui prestato e messo a nuovo con notevole impiego di danaro pubblico. Il bello (si fa per dire) è che una volta dismesso dalla sua funzione di pubblico servizio, esso sarebbe destinato ad un'azienda sanitaria privata. Non è arduo ipotizzare in questa manovra una serie di interessi privati che investirebbe non pochi personaggi della politica e della sanità. Un evento clamoroso che dimostrerebbe, ancora una volta, quanto poco sia considerato l'interesse pubblico.Nel corso degli anni i cittadini del metapontino hanno subito e sopportato solo ed esclusivamente tagli, mentre cifre enormi di denaro pubblico venivano spese in appalti milionari. Miliardi di lire, poi milioni di euro spesi per far dire alla classe politica che governa la Basilicata «guardate, lasciateci lavorare che non solo l'ospedale non sarà chiuso, ma addirittura potenziato». Apparentemente si trattava di appalti per rendere più efficienti il reparto di ostetricia e ginecologia, le due sale operatorie, per ristrutturare l'intero terzo piano, per costruire una piscina terapeutica per la riabilitazione e per erogare servizi non previsti neanche nel Servizio sanitario regionale. Appalti milionari, ma decisamente inutili perché le sale operatorie dovevano poi essere chiuse, il progetto di ristrutturazione del terzo piano non prevedeva l'adeguamento alle norme antisismiche, la piscina doveva servire solo per il buffet dell'inaugurazione in pompa magna alla presenza delle solite autorità, il vescovo e il governatore De Filippo in testa. Appalti milionari interessanti al punto da far chiedere a questi pazzi che stanno sul tetto («quattro imbecilli» secondo il direttore generale dell'Asm Gaudiano) se non sia il caso di aprire una indagine sulle risorse pubbliche sprecate a Tinchi e sui bilanci presentati negli ultimi anni dall'Asl 5 e presi in carica e certificati dal nuovo direttore generale dell'Asm di Matera. Oggi di fatto l'Ospedale è chiuso. Non c'è più nulla. Azzerato e devastato dal direttore generale su mandato politico, perché c'è un progetto dietro la cancellazione dei servizi fin qui erogati a Tinchi: l'ingresso di una fondazione privata che si chiama Stella Maris e che si occupa di neuropsichiatria infantile. Anche il pronto soccorso è solo una finzione. Il laboratorio ridotto a due turni. I reparti di medicina e chirurgia chiusi. Ma il risultato è un aumento della spesa sanitaria. Queste le ragioni che hanno spinto sul tetto più alto dell'ospedale anche un ottantaseienne, protagonista delle lotte contadine in Basilicata, e nel metapontino in particolare, e per questo più volte arrestato dalla polizia di Scelba, compagno di cella nel 1949 di Rocco Scotellaro, il poeta contadino socialista sindaco di Tricarico. «A 86 anni ne ho viste tante, ma vedere togliere e cancellare un ospedale che serve una utenza così vasta, mi ha convinto a tornare a lottare come allora - dice Domenico Giannace - Soprattutto quando a fare queste operazioni è una Giunta Regionale che non ha più niente di centro-sinistra, anzi è diretta emanazione della Confindustria». Italo Di Sabato20/08/2010leggi www.liberazione.it