RACCONTI & OPINIONI

Se viene a mancare Liberazione è come se si mettesse un po' la ciliegina su una torta fatta di un silenzio pesante


« Liberazione, un antidoto contro la crisi della democrazia » Docente di storia italiana presso l'Università di Torino, Giovanni De Luna è uno dei naturali interlocutori di Liberazione sulle tante questioni storiche e politiche che ci troviamo ad affrontare. Già militante di Lotta Continua, De Luna è un intellettuale attento alle minacce che corre in questa fase storica la nostra democrazia. Tra queste c'è senza dubbio il tentativo di omologare l'informazione, televisiva da un lato - e questo può essere considerato un obiettivo già raggiunto dalla destra - e giornalistica dall'altro, mettendo a tacere le voci più scomode attraverso un ridimensionamento del finanziamento. «Faccio fatica ad entrare nei dettagli finanziamento pubblico sì, finanziamento pubblico no - ammette lo storico - perché non ho le idee chiare. Ma quello che mi colpisce di più della vicenda di Liberazione è questa tendenza all'afasia di un intero segmento di uno schieramento politico. E se viene a mancare Liberazione è come se si mettesse un po' la ciliegina su una torta fatta di un silenzio pesante. Un'intera area sociale e politica, che non ha già una rappresentanza istituzionale, a quel punto verrebbe privata anche di un suo organo di stampa. Una situazione che non fa piacere a nessuno indipendentemente dalla singole responsabilità di quello che sembra essere un percorso di estinzione, dal quale nessuno può certamente chiamarsi fuori».A prescindere appunto dalla questione finanziamento pubblico mi sembra di capire?Questa come dicevo è appunto la classica ciliegina sulla torta. Resta la tendenza. E c'è a questo punto da interrogarsi sul rischio dell'azzerramento di queste voci e di questa area politica. Un trend che la destra vuole favorire....Certo. E questo desta più di un allarme per i rischi che corre la nostra democrazia, minacciata appunto dalle pulsioni populiste della destra. Ma il problema in realtà è un altro: questi allarmi ci sono sempre stati, basti pensare a Scelba o ai tentativi di colpo di stato. Allora però c'era una forte opposizione che ha contrastato questi tentativi, un forte schieramento politico, variegato finché si vuole ma comunque solido. Che ha creato degli anticorpi messi in campo da questo paese per contrastare le derive antidemocratiche. Oggi tutto questo manca?Gli anticorpi non ci sono più e l'afasia complessiva dello schieramento di sinistra, della quale rischia di essere vittima Liberazione, è qualcosa che non è mai successo nella storia del nostro paese. Vorrei invece che queste voci ci fossero perché è lì che c'è l'antidoto. Il rischio che invece questo segmento politico venga azzerato in tutte le sue espressioni è grave e pericoloso. A proposito di silenzio, voglio tornare sulla questione del finanziamento pubblico e sul rischio che molte testate chiudano in seguito al ridimensiomento del flusso di denaro pubblico. Anche in questo caso non è grave, se si esclude la battaglia della Fnsi e delle testate interessate come noi e "il manifesto", la mancanza di mobilitazione per esempio da parte del centro-sinistra?E' certamente un silenzio pesante quello che c'è, una cappa che opprime questo paese. Di fronte a questi movimenti scomposti della destra dall'altra parte ci sono solo dei balbettii. Al di là poi della mia dimensione di studioso, la mia generazione non ha mai assistito a qualcosa del genere. Insomma fa paura questa perdita della capacità d'iniziativa su tutti i fronti quando la mobilitazione per la libertà di stampa è sempre stata invece un cavallo di battaglia della sinistra che si è dovuta spesso muovere in quest'ottica. Ripeto, quello che mi sconcerta di più è il rischio che un intero segmento politico possa scomparire anche sul fronte mediatico. Vittorio Bonanni26/08/2010leggi www.liberazione.it