RACCONTI & OPINIONI

L'arroganza eversiva di un uomo a capo di uno Stato nello Stato, frutto marcio di un capitalismo assistito con i soldi pubblici


Marpionne L'ineffabile amministratore delegato della Fiat, parlando coi giornalisti al termine dell'assemblea degli azionisti ha voluto rispondere, visibilmente piccato, alla contestazione che gli è stata fatta dai lavoratori che nel frattempo presidiavano il Lingotto, quella di percepire un compenso di 400 volte superiore alla più bassa retribuzione erogata dal gruppo torinese ai suoi dipendenti. Non ci crederete, ma la replica è stata: «Vorrei sapere quante di queste persone sarebbero disposte a fare una vita come la mia, visto che non vado mai in ferie». E ancora: «quando sono arrivato qui alle sei e mezza non mi sono preoccupato se i miei diritti sono rispettati, sono andato a lavorare». Ci esimiamo dal commentare questa "moderna" riedizione dell'apologo con cui, nel 493 a.c., il console Menenio Agrippa si era rivolto alla plebe romana in sciopero per convincerla a desistere dalla lotta intrapresa. Ci limitiamo a rivolgere all'infaticabile Marchionne un'altra domanda: «Sarebbe disposto a lavorare a turni in Fiat per 1.200 euro al mese, senza alcun diritto e con la catena al collo?».17/09/2010leggi www.liberazione.it