RACCONTI & OPINIONI

Iniziativa per ricordare una strage con finalità di odio razziale. Contro camorra, sindaco e gente egoista e cinica


Castelvolturno, una stele per ricordare il massacro Per ricordare i due anni dalla strage di Castelvolturno, dove vennero massacrati sei lavoratori ghanesi per volontà di Giuseppe Setola, capo della cosiddetta "ala militarista" del clan dei casalesi, una stele è stata istallata ieri davanti al luogo dell'eccidio. Circa 200 persone si sono raccolte all'altezza del chilometro 43 della strada domiziana, studenti di un istituto superiore, amici e familiari delle vittime, lavoratori immigrati, il vescovo di Capua monsignor Schettino, monsignor Nogaro, vescovo emerito di Caserta, l'imam di una moschea da poco aperta a Catelvolturno, varie associazioni tra cui il csa ex Canapificio, i padri Comboniani, ecc. Non si è fatto vedere invece Roberto Saviano, forse perché ai suoi occhi l'iniziativa non rivestiva un sufficiente omaggio alla dea della legalità. I presenti, infatti, hanno montato la stele contro la volontà del sindaco, Antonio Scalzone, che ha apertamente osteggiato l'iniziativa insultando la memoria dei lavoratori uccisi. A suo dire, «forse non erano innocenti», nonostante le dichiarazioni rese da uno degli autori del massacro abbiano dimostrato che si è trattato di una strage con finalità di odio razziale. La camorra voleva terrorizzare l'intera comunità immigrata per ottenere piena sottomissione allo sfruttamento economico e così ha scelto un luogo a caso per colpire. Negli atti processuali è emerso che i killer per allenarsi sparando sulla gambe degli immigrati africani. La scultura in ferro, simbolo di fratellanza, solidarietà, lotta al razzismo e alla camorra - due fili intrecciati che sostengono una targa con i nomi delle sei vittime e dell'unico sopravvissuto - è stata istallata senza che le forze dell'ordine intervenissero per impedirlo. Ai morti di Castelvolturno, già dimenticati, Saviano ha preferito Fini e Veltroni che incontrerà il prossimo 25 settembre a Pollica, dove si terrà una manifestazione per la legalità dopo l'omicidio del sindaco Angelo Vassallo - a dire il vero dal movente tuttora incerto - nel corso di una cerimonia che consacrerà le "convergenze parallele" del bipolarismo neomoderato. Tuttavia questa assenza non ha per nulla turbato i presenti che tra canti, balli, preghiere e discorsi hanno accompagnato la cerimonia in un clima che stonava con l'apatia generale di una popolazione dispersa lungo un unico asse stradale senza un centro, senza un luogo, esempio degradato di spazio inurbano. Indifferenza che segnala una difficoltà: la solidarietà può vincere solo se coniugata con la questione del lavoro. A Castelvolturno c'è una sottoclasse di lavoratori ridotta ad una condizione di sfruttamento semischiavile. Contro di loro non c'è solo la camorra ma anche pezzi di società legale, egoista e cinica, ingrassata da questo lavoro sottopagato, a cui da voce il sindaco. Per questo l'8 ottobre prossimo, in occasione della settimana nazionale di mobilitazione indetta dalle reti antirazziste, è previsto un inedito "sciopero delle rotonde" (luoghi di raccolta dove ogni mattina si tiene il mercato spontaneo della forza-lavoro immigrata), mentre il 9 si terrà un corteo dentro Castelvolturno.Paolo Persichetti19/09/2010leggi www.liberazione.it