RACCONTI & OPINIONI

L'esperienza del dvd realizzato per sostenere la vertenza Thyssen Krupp. Ora a sostegno di Liberazione


«Lavoro e stampa libera, anche gli artisti in campo»Una storia nata dopo la strage della THyssen Krupp, grazie all'impegno generoso di compagni di Rifondazione come Vincenzo Bellantoni, militante, musicista e organizzatore di eventi, Gianni Seccia della Fiom Cgil Roma Sud, l'associazione Altipiani, e la collaborazione iniziale dell'Arci di Roma e Torino: un concerto che si è tenuto all'Alpheus e poi il coinvolgimento di artisti vari per sostenere la vertenza che da Torino era partita contro i responsabili di quella tragedia. Il concerto si è poi tramutato in un dvd dal titolo Grida! Il lavoro conta, arricchito dal contributo di artisti che non si erano potuti esibire dal vivo. All'appello avevano risposto in molti, da Ascanio Celestini ai Manbassa, da "Radici nel Cemento" a Stefano Benni e Valerio Mastrandrea, Rosso Malpelo, Nuove tribù Zulu, Diva Scarlet. Le copie del dvd sono andate a ruba in poco tempo tanto che già le spese sono ripagate: «Ora - racconta Vincenzo Bellantoni - vorremmo utilizzare le circa 11 mila copie rimaste per sostenere altre vertenze e per dare una mano a Liberazione, che fra i quotidiani è quello che ci è rimasto più vicino. Le copie del dvd sono perciò in vendita alla Festa nazionale della Fds - negli stand delle Brigate di solidarietà attiva e dei Giovani Comunisti e della Fgci - e abbiamo riaperto il conto corrente per avere altri versamenti». Vincenzo è convinto che esista ancora e vada stimolato un movimento di artisti capaci di schierarsi dalla parte di chi lavora, di condividere vertenze, di sostenere concretamente, mediante iniziative di solidarietà, i momenti difficili che attraversa chi lotta. «È accaduto con tanti musicisti in Gran Bretagna negli anni Ottanta per sostenere le lotte dei minatori contro la Thatcher, non vedo perché non si possa fare lo stesso da noi. Di compagne e compagni politicamente schierati ce ne sono molti e di persone che voglio fare materialmente anche, si tratta solo di dare obiettivi al loro lavoro. Noi stiamo cercando di vendere i dvd di quella formidabile esperienza per adottare anche altre vertenze e per sostenere Liberazione conoscendo bene il momento che sta attraversando. Il nostro prodotto è oramai a costo zero, quindi una parte degli incassi può essere destinata a sostenere lavoratori in lotta ed un'altra a Liberazione come segnale di contributo continuo ad un giornale che riteniamo importante perché ha fatto del lavoro un tema centrale». Fra gli artisti che hanno lasciato una loro composizione per il dvd c'è il gruppo bolognese "Diva Scarlet", donne che compongono suonano e cantano pezzi molto particolari come atmosfera, vicine all'indy rock e che si sono esibite pochi giorni fa alla festa nazionale della Federazione della Sinistra. Sarah Fornito che è la cantante del gruppo, parla a ruota libera di musica, di impegno sociale e politico, di informazione. «Come gruppo esistiamo da 13 anni, dai tempi del liceo. Abbiamo all'attivo due cd, il primo "Apparenze" quando ci eravamo inserite nel circuito di produzione della "Mescal" e che è stato distribuito dalla Sony. In quegli anni aprivamo i concerti dei gruppi più noti in Italia e abbiamo viaggiato parecchio. Il primo cd parlava soprattutto di violenza sulle donne, di quella domestica che è la più frequente e la meno denunciata e lo abbiamo fatto anche per rompere questa logica della paura, della sicurezza, dello straniero visto come potenziale stupratore. Io giro a Bologna a qualsiasi ora della notte anche da sola e non ho mai avuto problemi eppure anche nella mia città sembrava di respirare l'aria del pericolo imminente». Sarah e le "Diva Scarlet" hanno proseguito nel proprio percorso artistico andando a occupare spazi solitamente riservati a gruppi maschili, hanno suonato anche al concerto del Primo Maggio e hanno impattato con le tematiche del lavoro. «Quando Vincenzo mi ha proposto di cantare un pezzo scritto da lui - prosegue Sarah - molto duro e intenso ho immediatamente detto di sì. Credo che chi comunica attraverso la musica o altre espressioni artistiche abbia un potere straordinario per far conoscere cose che altrimenti restano ignorate dalla comunicazione di massa. Noi dobbiamo parlare di lavoro e dobbiamo essere al fianco di chi lotta per la vera libertà di informazione. Conosco le difficoltà di Liberazione e me ne dispiaccio perché è una voce critica e diversa e credo che dispiacersene non sia sufficiente. Soprattutto noi che ci definiamo artisti dobbiamo difendere con le unghie e con i denti la stampa libera, bisogna che se ne canti, se ne parli, se ne scriva».Stefano Galieni21/09/2010leggi www.liberazione.it