RACCONTI & OPINIONI

Oggi Bossi e’ a fine carriera, gira accompagnato dall'erede designato con la spada e battezzato con l'ampolla, cosa gli lascia?


SPQR, sono padani questi rozzi?  Una delle cose piu’ fastidiose della Lega e’ la presunzione di parlare sempre a nome di tutto il nord d’Italia quando in realta’ rappresenta un’esigua minoranza. Rumorosa, spesso arrogante e rozza, ultimamente potente, ma sempre una minoranza.  E anche le persone che ritengono che la Padania sia un’idiozia propagandistica sono nettamente maggioritari lungo il Po.  Probabilmente, poi, i cittadini del nord che si riconoscono nelle volgarita’ a sfondo razzista sono ancora di meno. Del resto da anni si rilega a tutto a folcrone, o per lo meno lo fanno i presunti alleati moderati del Pdl. Eppure il razzismo e la xenofobia non fanno ridere, ma fanno voti in un’Italia indebolita e indifesa di fronte ad un mondo in rapido cambiamento.  La Lega e’ un movimento ultra conservatore che non propone nessuna soluzione ai problemi globali dell’oggi se non quella di evitarli rinchiudendosi nell’illusione padana. La Lega ostenta il celodurismo ma in realta’ e’ una cultura politica debole. Una cultura che non ha il coraggio di affrontare il mondo, che rinuncia a coglierne le sfide e le opportunita’.  Difronte ad un mondo sempre piu’ complesso che sta passando da un assetto nazionale ad uno continentale, la Lega propone un ridicolo localismo che vorrebbe opporsi a traformazioni storiche, sociali e culturali talmente vaste che gli stessi stati nazione faticano a gestire. La Lega intuisce tali trasformazioni ma rinuncia a governarle e si chiude in se stessa.  Un atteggiamento culturalmente infantile e politicamente pericoloso. Il mondo esterno, le sue trasformazioni, non si fermano e non c’e’ muro che le possa arrestare. Rinunciare a gestirle significa condannarsi ad un ruolo marginale, a dover un giorno subire le soluzioni trovate da altri senza aver dato il proprio contributo. Un suicidio proprio per le realta’ locali.  Il successo della Lega rispecchia il fallimento della politica di risolvere la questione meridionale, di riformare lo Stato, di gestire l’immigrazione e le problematiche connesse, di trovare risposte alla crisi frutto della globalizzazione. Nasce cioe’ da problemi reali rispetto ai quali propone di alzare un muro lungo i confini padani, di nascondere la testa sotto la sabbia, di difendere l’esistente contro ogni logica e come se esso fosse il massimo che i cittadini del nord possano ottenere. Una risposta di pancia frutto della paura e rinuciataria rispetto alle opportunita’ che le crisi e i cambiamenti sempre portano con se’.  Oggi Bossi e’ a fine carriera, gira accompagnato dal figlio papabile successore al trono populista, e al suo attivo c’e’ ben poco. A parte le prebende riservate ai ministri della Repubblica per lui e i suoi gerarchi, migliaia di poltrone nelle amministrazioni locali del nord d’Italia, qualche fondazione bancaria, e poco altro. Anche il federalismo vero, maschera secessionista, rischia per l’ennesima volta di rimanere una chimera.  Come se col tempo, dietro alle battute volgari, cominciasse finalmente ad emergere la verita’ sulla Lega, un movimento minoritario del nord d’Italia che ha arrogantemente ed inutilmente tentano di portarlo fuori dalla storia. Tommaso Merlowww.ilmanifesto.it