RACCONTI & OPINIONI

Scopo del governo: ignorare i problemi relativi alla tutela della salute dei lavoratori e non disturbare le imprese


Fino a quando esisteranno ancora i Servizi di medicina del lavoro delle ASL?  Fino a quando esisteranno ancora i servizi di medicina del lavoro delle ASL? Nonostante il Titolo V° della Costituzione e le frasi di circostanza dei nostri politici, dopo gli infortuni sul lavoro, manca qualsiasi presa di coscienza delle analisi e del lavoro svolto dai servizi delle ASL e il Ministero del Lavoro nella persona del Ministro sta cercando di riportarci indietro a prima della Riforma Sanitaria.Alcuni dati oggettivi vanno richiamati:1. Il fenomeno infortunistico è in calo costante dagli anni '90 ad oggi, anche se gli infortuni mortali e con lesioni permanenti sono stabili in questi ultimi anni. Nella mia regione, il Veneto, il fenomeno ha mostrato la diminuzione, nonostante l'aumento degli addetti.2.I servizi delle Regioni in cui la Sanità è più organizzata, hanno sviluppato una notevole competenza specialistica in materia di antinfortunistica e di medicina ed igiene del lavoro che le Direzioni del Lavoro non hanno mai avuta, esclusa qualche competenza in campo ingegneristico.3.i raffronti fra gli indici infortunistici fra le diverse regioni possono non essere corretti a causa della nota sottonotifica degli infortuni, presente nelle regioni del sudVanno fatte anche alcune altre osservazioni:1. Bolzano è una delle realtà con l'indice infortunistico più alto. La Riforma Sanitaria non è stata applicata a Bolzano che ha preferito mantenere una sorta di "Ispettorato del lavoro" anche se dipendente dalla Provincia2. Nelle regioni dove i servizi regionali esercitano un'azione globale di vigilanza, assistenza, di antinfortunistica, di igiene e di attività sanitaria sui lavoratori, i risultati sono i migliori3.I servizi delle ASL, in alcune Regioni, su spinta dei lavoratori, si sono impegnati nell'attività sanitaria sui ex esposti a cancerogeni. Questa attività è oggi un LEA ed ha portato ad evidenziare patologie di natura professionale che sarebbero state misconosciute e che invece oggi l'INAIL, per lo più riconosce. L'attività congiunta a quella della ricerca attiva dei tumori professionali, in particolare per i mesoteliomi ha evidenziato l'ecatombe provocata dalla passata esposizione ad asbesto, di cui pochi parlano.Non voglio fare un panegirico dei servizi, ma delle riflessioni basate su fatti ossia su numeri tratti per lo più dai flussi INAIL-ISPESL-Regioni (per chi è interessato il nostro Centro epuidemiologico occupazionale Veneto, ha prodotto dei bellissimi atlanti e lo stesso hanno fatto altre regioni), dai reports dei registri regionali dei mesoteliomi, dalle numerose pubblicazioni, linee guida e buone prassi di alto livello professionale che sino ad ora sono state prodotte dai servizi.Nonostante tutto ciò vi è il tentativo da parte del Ministero del Lavoro di riprendersi le competenze: di prevenzione?, di vigilanza? o di controllo su servizi centralmente poco gestibili?Personalmente penso che l'obiettivo sia solo quest'ultimo. Infatti, nonostante gli ampliamenti degli organici fatti negli scorsi anni a carico delle Direzioni del Lavoro, le indicazioni ministeriali sono di fare meno vigilanza sul territorio e più attività burocratico-amministrativa. Mi chiedo anche come sia possibile che gli uffici provinciali del lavoro possano sostituire la competenza medica e tecnica sviluppata in questi anni dai servizi. Di sicurezza del lavoro tmolti parlano, ma il livello di competenza professionale mi sembra basso.Concludo, togliendomi l'ultimo sasso dalla scarpa: l'ISPESL è stato trasferito all'INAIL, manovra incomprensibile visto che si tratta di un Istituto superiore per la ricerca sulla sicurezza del lavoro, forse era meglio aggregarlo all'ISS, speriamo che almeno possa usufruire del denaro dell'INAIL; si propone di non trasmettere più all'A.G. gli infortuni superiori ai 30 giorni, ma all'INAIL, che li invierà all DPL, per farne cosa?con quali professionalità?La vigilanza in edilizia, sui grandi rischi, nonchè sulle radiazioni ionizzanti da radioistopi è competenza della DPL. Mi viene la stessa domanda di prima. Pensiamo veramente che la materia sicurezza sul lavoro sia una banalità? Se sì il motivo è solo uno: ignorare i problemi relativi alla tutela della salute dei lavoratori e non disturbare le imprese. Dr.ssa Antonella ZangirolamiSPISAL ULSS 18 Rovigo09/10/10zangirolami.antonella@nospam.azisanrovigo.itda www.diario-prevenzione.it