RACCONTI & OPINIONI

Sicurezza sul lavoro. Ripubblichiamo l'appello contro il vergognoso spot del governo


Per favore, aderite e fate aderire all'appello, per la richiesta del ritiro dello spot vergogna sulla sicurezza sul lavoro, voluto dal Ministero del Lavoro, girandolo a tutti i vostri contatti email, invitandoli ad aderire, e a girarlo a loro volta.Per aderire, inserire, nominativo, azienda, qualifica e città ed inviare l'adesione a: bazzoni_m@tin.itInoltre, per cortesia, se avete un blog o un sito web, pubblicate il nostro appello: ci fareste un grosso favore.E' molto importante che questo appello sia diffuso (ho cercato di pubblicizzarlo in tutti i modi possibili, ma c'è, purtroppo, anche tanta indifferenza, infatti le adesioni sono solo 550, anche se bisogna dire che 550 email di adesione non sono poche).A questo appello hanno aderito operai, medici, tecnici della prevenzione, sindacalisti, avvocati, impiegati, imprenditori, insegnanti, attori, macchinisti, studenti, psicologi, vigili del fuoco, giornalisti, scrittori, deputati, senatori, Consiglieri Regionali e Provinciali, ecc.Vi allego infine, anche il contro-spot sulla Sicurezza sul lavoro della Fillea-Cgil  Nazionale(allegato pdf), in risposta a quello del Ministero del Lavoro (quello allegato in jpeg)Ringrazio molto La Fillea Cgil Nazionale per questo contro-spot.Saluti.Marco BazzoniOperaio metalmeccanico e Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza-FirenzeP.S A chi ha già aderito all'appello invece, chiedo per cortesia di girare nuovamente l'appello a tutti i suoi contatti email, invitandoli ad aderire.Appello per il ritiro dello spot del Ministero del Lavoro: "Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene"La Campagna per la sicurezza sul lavoro, promossa dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali recita “Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene”. Un messaggio e due spot:www.lavoro.gov.it/Lavoro/AreaComunicazione/Rivolti solo al lavoratore e non a tutti gli attori coinvolti. Dopo aver frantumato il Dlgs 81 del 2008 del Governo Prodi, hanno ben pensato di correggerlo con il decreto correttivo Dlgs 106/09 (sanzioni dimezzate ai datori di lavoro, dirigenti, preposti, arresto in alcuni casi sostituito con l'ammenda, salvamanager, ecc).Ora il governo cerca di rifarsi la verginità con spot inutili che costano alle nostre tasche ben 9 milioni di euro. Spot non solo inutili, ma anche dannosi per l’immagine di chi ogni giorno rischia la vita, e non perchgli piaccia esercitarsi in sport estremi. Spot che colpevolizzano sottilmente il lavoratore stesso, nascondendo una realtdrammatica: l’attuale organizzazione del lavoro offre ben poche possibilital lavoratore di ribellarsi a condizioni di lavoro sempre piprecarie in tema di sicurezza. E’ una campagna vergognosa perché oggi il lavoratore ha ben poche possibilità di rispettare lo slogan “Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene”, quasi che la mancanza di sicurezza fosse imputabile al fatto che il lavoratore non vuole bene a se stesso ed ai suoi familiari. Non dice nulla di chi deve garantire la sicurezza per legge, ovvero i datori di lavoro. Sottovaluta i rapporti di forza nei luoghi di lavoro. Non accenna minimamente al fatto che i lavoratori, specialmente di questi tempi, sono sempre più ricattabili e non hanno possibilità di scegliere di fronte ad un lavoro in nero, un lavoro precario e un lavoro a tempo determinato, mentre devono viceversa sottostare a ritmi da Medio Evo.La campagna dovrebbe invece avviare un processo di comunicazione diffusa, in modo da rendere nota a tutti la necessità di un impegno costante da parte di tutti gli “attori coinvolti, soprattutto di chi deve garantire la sicurezza. Questi spot devono essere sostituiti da una campagna di comunicazione che dovrò puntare sulle responsabilità civili, penali e non ultime anche etico-morali che l’imprenditore deve assumersi per tutelare l’integrità delle persone che lavorano per lui. Via questi spot vergognosi. Pretendiamo viceversa più ispettori ASL e più risorse, affinchè la mattanza quotidiana dei lavoratori abbia fine. Non si raggiunga il profitto a tutti i costi e soprattutto non lo si faccia attraverso il sacrificio di vite umane innocenti.N.B -  Chi vuole aderire all'appello, invii il proprio nominativo, azienda, qualifica e Città al seguente indirizzo email: bazzoni_m@tin.it