RACCONTI & OPINIONI

Mai successo nella storia Repubblicana, un golpe strisciante da Programma P2. E' l'opposizione parlamentare giochicchia


La prossima settimana l'attività legislativa sarà bloccata. Non ci sono soldi, il centrodestra è allo sbando e le forzature berlusconiane hanno paralizzato le camere. La crisi italiana avanza e la politica appare inerme. Il parlamento? E' serrato La crisi della politica è globale e ogni paese ha quel che si merita. Negli Usa Sarah Palin e il Tea Party, qui Daniela Santanché e i grillini. Ricordate i clamorosi scoop spacciati dai burloni de Il Male? «Lo stato si è estinto» della falsa prima pagina di Repubblica. O quell’altra che annunciava, nel bel mezzo dello scontro elettorale tra Pci e Dc, «La Democrazia Cristiana abbandona». Questa volta non si tratta di un fake, non siamo di fronte a un falso d’autore che nasconde un fondo di verità o cristallizza in maniera liberatoria un senso di frustrazione diffusa. La notizia ce l’hanno fornita sia giornali più diffusi che quelli più arrabbiati, senza aggiungere altro che le coordinate di qualche numero e un pugno di aggettivi. Eccola: il parlamento non ha nulla da fare. L’ultimo anno, le due camere hanno approvato 74 leggi. Solo che tra trattati, regolamenti comunitari, decreti e proposte dell’esecutivo, solo dodici leggi sono venute dalle due camere, che secondo la Costituzione dovrebbe essere l’architrave del nostro sistema politico. Così, la prossima settimana la Camera va in vacanza. Ne ha parlato anche Sergio Rizzo, autore del best-steller su «La casta» che è stato adottato come libro di testo da avventori di bar, frequentatori di sale d’aspetto, habitué di fermate d’autobus, compagni di scompartimento chiacchieroni e malcapitati in coda alla Posta. Rizzo fa sapere dalle colonne del Corriere della sera che nelle dodici leggi «superstiti» ci sono provvedimenti «a uso e consumo dei partiti e della politica», come il «legittimo impedimento che ha consentito al premier di non partecipare per motivi istituzionali ai processi che lo vedono imputato, o come la sanatoria delle liste elettorali per le Regionali». Il Post elenca le tre ragioni della paralisi dell’attività legislativa. La prima è che il governo ha preso il monopolio della decisione politica, forzando la Costituzione materiale e attentando a quella formale, approfittando anche della massa anonimi di deputati cooptati in parlamento grazie al fantomatico Porcellum. La seconda ragione è legata alla crisi economica: non ci sono soldi e quindi nessuno è motivato a proporre leggi che non porterebbero nessun tornaconto a lui o alle sue clientele. Si è tutti in attesa che il guru Tremonti sganci qualche benefit. La terza motivazione è «politica»: la maggioranza parlamentare non si mette d’accordo su nulla e quindi il miglior modo per non aggiungere benzina polemica al fuoco del disfacimento del centrodestra è non fare nulla. E l’opposizione? Si stanno mettendo d’accordo per fare un «governo tecnico» composto da «centristi» e «riformisti» che porti a Palazzo Chigi un esponente della coalizione che ha vinto le elezioni due anni fa ma che è pronto è passare dall’altra parte. Esattamente come quindici anni fa, ai tempi del primo governo Berlusconi, quando al potere andò Lamberto Dini, protagonista poi di uno sconsolante twist da una parte all’altra del bipolarismo all’italiana. No, non è Il Male.Giuliano Santoro [25 Ottobre 2010] www.carta.org