RACCONTI & OPINIONI

E anche nel sexgate spunta un filone sanità. Un comunicato del'ospedale smentisce finanziamenti illeciti


«Soldi pubblici al San Raffaele» Tra le pieghe delle lenzuola e i festini a base di sesso e marijuana che sarebbero avvenuti nelle residenze private di Silvio berlusconi, secondo quanto riferito da alcune ragazze che hanno ammesso di aver fornito prestazioni sessuali a pagamento al presidente del Consiglio, spunta ora una storia di finanziamenti poco chiari procurati alla fondazione cui fa capo l'ospedale san Raffaele fondato da don Luigi Verzé. Sulla vicenda tuttavia non vi sarebbe ancora nessun fascicolo aperto. La precisazione è arrivata ieri per bocca del procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati, dopo che si era diffusa la notizia delle dichiarazioni rese da Perla Genovesi, l'ex collaboratrice del parlamentare Pdl, Enrico Pianetta, coinvolta in una inchiesta sul narcotraffico denominata «operazione Bogotà». Nei verbali rilasciati dalla donna che sta collaborando con i magistrati palermitani, e per questo ha ottenuto gli arresti domiciliari, oltre al racconto degli incontri intimi dietro compenso avuti dalla sua amica Nadia Macrì con il Premier, si parla di soldi girati al San Raffaele tramite la commissione del Senato sui Diritti umani presieduta tra il 2001 e il 2006 da Enrico Pianetta. Nella primavera del 2006, quando erano in discussione le ricandidature per le elezioni politiche, Pianetta avrebbe confidato alla Genovesi che «sia Berlusconi che don Verzé gli dovevano la candidatura perché erano stati dati parecchi soldi al San Raffaele, o meglio a Don Verzé, destinati alla costruzione di ospedali e non solo, anche nel Terzo mondo. Questi soldi erano dello Stato, e non erano stati utilizzati interamente per queste cose». La fetta più grossa, sempre secondo la teste sarebbe stata assicurata «non so sotto quale forma, sicuramente non in maniera diretta, al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Lì io rimasi di stucco». La donna ha riferito anche di un compenso di comodo ricevuto da san Raffaele, che doveva un favore a Pianetta, giustificato attraverso una finta consulenza di due mesi. Per ragioni di competenza territoriale la magistratura palermitana ha inviato gli stralci dell'interrogatorio agli uffici milanesi. «Il fascicolo di Palermo è arrivato l'altro ieri - ha spiegato Bruti Liberati - ed è stato assegnato al pm Sangermano che lo sta esaminando». La cautela della procura è comprensibile trattandosi di dichiarazioni molto generiche e soprattutto de relato che necessitano delle necessarie verifiche investigative. In un comunicato il san Raffaele ha replicato che tutti i finanziamenti ricevuti sono avvenuti secondo le procedure.Giorgio Ferri 05/11/2010