RACCONTI & OPINIONI

A guidare le scelte della politica rimangono gli interessi di tutte quelle aziende che realizzano grossi profitti con l'energia


L’insostenibile Puglia dell’energia Mentre il mondo si prepara alle giornate di Cancun denunciando l’insostenibilità ambientale dell’attuale modello di sviluppo economico, anche in Italia i territori non stanno a guardare. Domani sarà la volta della Puglia in cui comitati e realtà ambientaliste da ogni provincia raggiungeranno Bari per una grande mobilitazione regionale che mostrerà, a livello locale, le conseguenze disastrose di un sistema energetico che non considera il territorio e l’energia stessa come ben comuni. Promotore della manifestazione, che si inserisce in un percorso più ampio fatto di assemblee nei territori e di condivisione di conoscenze e istanze, il Forum Energia e Territorio Beni Comuni nato alla fine del mese di settembre proprio con l’intento di avviare una piattaforma che avesse come comune denominatore i bisogni delle popolazioni. Concentrazione alle ore 15 in piazza Umberto Primo da cui, alle ore 16.30, il corteo proseguirà alla volta di Piazza della Libertà dove verrà lasciato spazio agli interventi finali dei presenti. Al centro della protesta verso le politiche dell’amministrazione pugliese in materia di rifiuti ed energia c’è la richiesta di aprire una discussione partecipata del Piano Energetico Ambientale Regionale. Rivendicazione che pone, in primo piano, la necessità di riflettere su un diverso modello di sviluppo. Inceneritori, centrali a carbone e a gas, biomasse, rigassificatori, fotovoltaico ed eolico selvaggio, petrolio. A guidare le scelte della politica, anche là dove questa presta attenzione alle energie rinnovabili, rimangono gli interessi di tutte quelle aziende che realizzano grossi profitti attraverso la produzione di energia «che in questo momento» denunciano dal Forum «la Regione Puglia produce in quantità doppia rispetto al proprio consumo». Oltre alla proliferazione di centrali a biomasse, in particolare nella provincia della Bat (Barletta, Andria, Trani), di inceneritori, in Puglia business privilegiato delle aziende del gruppo Marcegaglia, di cementifici che, come a Barletta, con la richiesta di bruciare sempre più rifiuti si stanno trasformando in veri e propri inceneritori le denuncie di alcuni comitati cadono addirittura sulle fonti rinnovabili come il fotovoltaico e l’eolico «selvaggio». Così, per ettari di terreno dove un tempo si coltivavano olivi, vigneti e ortaggi stanno proliferando le richieste per installare centinaia di pannelli fotovoltaici, molti dei quali già in funzione. Un’energia pulita che, applicata alla logica del profitto e della mega produzione e non a quella dell’autoproduzione e del risparmio energetico, solo per fare un esempio, con piccole installazioni, mostra i sui lati più devastanti. Per questo domani cittadini da ogni angolo della Puglia scenderanno in strada per chiedere alla propria amministrazione la realizzazione di un altro modello di sviluppo e contrapporranno, con la propria presenza, un dimostrazione di democrazia partecipata, e dal basso, contro profitti calati dall’alto. Ylenia Sina 12/11/2010leggi www.controlacrisi.org