RACCONTI & OPINIONI

Studio realizzato sui più importanti social network e blog attraverso la raccolta di messaggi, post e commenti


Altro che facebook, il vero social network è il barIl vero social network italiano è il bar. Altro che Facebook o Twitter: è ancora il classico bar il luogo d’incontro più amato e frequentato. Non vi è dubbio che sia una buona notizia, forse inaspettata ma demolente molti dei luoghi comuni imperanti, riportando tutti nella realtà. Il vero social network italiano è il bar. Altro che Facebook o Twitter: è ancora il classico bar il luogo d’incontro più amato e frequentato dove ci si concede un caffé, una bibita o un panino, ma anche si chiacchiera di sport, di politica e del proprio capoufficio, intercala con gli ultimi piccanti gossip, maledice tempo e governo.Secondo i dati Fipe (Federazione italiana dei pubblici esercizi) del 2009 sono circa 15 milioni gli italiani che li frequentano. Un vero presidio della socialità in Italia. è la rivincita della corporeità, del rapporto fisico, delle relazioni in cui gli sguardi, il tono di voce, l’aspetto fisico, gli abiti, un ghigno, una lacrima, un sorriso, un viso tirato o disteso, hanno ancora dimora. Alla faccia dell’astrattezza e virtualità simil chat.Chissà, forse dovremmo anche dedurre che i veri opinion makers sono camerieri, banconisti, esperti d’aperitivi, gestori di locali e che i social media non abbiano intaccato completamente la natura dei rapporti interpersonali, delle relazioni comunitarie e sociali. E’ quanto emerge da uno studio promosso da Sanbittèr e condotto su 480 barman, gestori, proprietari di bar ed esperti del settore, attraverso un monitoraggio di 1.200 soggetti (uomini e donne tra i 18 e i 55 anni)  e del loro rapporto con il bar. Lo studio è stato realizzato sui più importanti social network e blog attraverso la raccolta di messaggi, post e commenti sull’argomento. Anche sui famosi “discussioni da bar” le sorprese non mancano. Apprendiamo, infatti, che tra un calice di vino, un cappuccino, un tramezzino ed un aperitivo, l’argomento più gettonato al bancone o sui tavolini dei ben 121mila locali pubblici del nostro paese – dato Fiepet Confesercenti (Federazione italiana esercenti pubblici e turistici) - è la vituperata politica (48%). Un risultato davvero inaspettato e stupefacente se consideriamo la disaffezione ed il disgusto generale più volte dimostrato dai nostri concittadini verso tale mondo (astensionismo elettorale docet). Segue a ruota la passione nazionale, il calcio (42%), mentre più distanziati appaiono il lavoro (in ogni modo un buon 37% che data la necessità di non tediare sempre gli interlocutori appare macroscopico ed indica una vera preoccupazione), il gossip (altro classico discorso da bar con il 35%), lo shopping (33%) ed il cinema(25%).La ricerca si è anche lodevolmente assunta l’onere di dividere in categorie gli opinionisti da bar. Abbiamo allora la tribù degli aperitivologhi (71%) e quella di chi sa vita, morte e miracoli degli abitanti del quartiere (i dietrologhi, al 24%); non potevano poi mancare - similmente ai talk show televisivi - i tuttologhi, depositari dell’intero scibile umano e sempre con un’opinione certa su tutto e tutti (35%), i vippologhi, gli affarologhi, ed, infine, gli scommettologhi. Non c’è che dire: un simpatico caravanserraglio, incasinatissimo ma almeno in carne ed ossa, non virtuale. Immettendoci nel gossip può essere interessante sapere – attenendoci alla ricerca Sanbittèr - quali sono i personaggi nella top ten dei più chiacchierati tra un bicchiere e l’altro.Al primo posto svetta il toto nuovo Presidente del Consiglio, il che dimostra che anche la vulgata popolare da per finita la stagione berlusconiana. Seguono il toto-allenatore, il toto-formazione vincente, il toto-squadra da battere, e poi dirompente arriva con il 36% la figura del capoufficio, quasi fantozziana, più gettonata e discussa dei divi di Holliwood (27%) e persino - da non credere! - dei personaggi della televisione (21%). Il bar è frequentato tutti i giorni dell’anno: c’è chi ci va due-tre volte a settimana (15%), chi una volta il giorno (31%) e chi anche tre/quattro volte nella giornata (43%). Questo perchè è un luogo in cui si può chiacchierare di tutto e ci si sente liberi di esprimere le proprie opinioni (67%); per la necessità di staccare dal ritmo frenetico del lavoro (51%) o semplicemente chiacchierare con gli amici (45%).A sorpresa solamente il 33% va al bar solo per mangiare o prendere qualcosa da bere. Insomma, è il ruolo d’incontro sociale il suo vero fascino (anche ora che è impossibile fumare): il luogo in cui si confrontano e si costruiscono le opinioni, mentre la televisione si limita a diffondere le notizie (73%). Ecco perchè tutti noi, in fondo, come ricordava Gino Paoli in una indimenticabile canzone, abbiamo «quattro amici al bar» e siamo affezionati avventori. Gianpaolo Silvestri 13/11/2010www.terra.it