RACCONTI & OPINIONI

In Veneto 869 milioni di euro, in Emilia Romagna 861, in Toscana 830, in Liguria 256, in Piemonte 924 e in Trentino 65


Retribuire il lavoro di assistenza delle famiglie: ecco quanto costerebbe   FIRENZE - Ridurre o rinunciare al lavoro, ripensare i propri tempi di vita e la routine domestica: sono solo alcuni degli effetti che l’assistenza a casa di un non autosufficiente ha su una famiglia. È un vero e proprio lavoro, il cui valore non è mai stato quantificato. Lo fa per la prima volta la Fondazione “E. Zancan” di Padova, che ha diffuso oggi, nell’ambito della presentazione dell’associazione “Piaci” a Firenze, le stime relative a un’eventuale remunerazione del lavoro di cura sanitaria svolto dalle famiglie che hanno a carico un anziano non autosufficiente grave. La ricerca ha interessato per il momento le regioni Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Liguria, Piemonte e la provincia autonoma di Trento, ma l’obiettivo è di estendere l’analisi all’intero territorio nazionale. I dati dicono che il lavoro della famiglia vale in Veneto 869 milioni di euro, in Emilia Romagna 861 milioni, in Toscana 830 milioni, in Liguria 256 milioni, in Piemonte 924 milioni e in Trentino 65 milioni di euro. “Il lavoro di cura familiare è una scelta generosa e onerosa, perché riduce la capacità economica delle famiglie – è il commento del direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato – ed è una scelta che riguarda soprattutto le donne che talvolta rinunciano al lavoro o a possibilità di carriera per farsi carico di un anziano non autosufficiente grave”. Questa scelta ha delle forti ripercussioni anche sul bilancio familiare, proprio perché dimezza le entrate, eppure non sono previsti corrispettivi in termini di sgravi fiscali o agevolazioni tariffarie. “I dati presentati oggi possono diventare base oggettiva per quantificare un ‘giusto riconoscimento’ – è l’invito di Vecchiato –, con soluzioni di natura economica o anche con altre forme di agevolazione”. La proposta è di pensare a soluzioni a beneficio sia immediato, in termini di beni e servizi, sia differito, come una tutela previdenziale per le donne che sui fanno carico dell’anziano. “La nostra – si precisa dalla Zancan - non vuole essere in alcun modo una critica, ma al contrario consentire una presa di coscienza e fornire un input affinché si pensi a modalità per andare incontro alle famiglie interessate”. (gig)03/12/2010Fonte: Redattore Sociale