RACCONTI & OPINIONI

De Benedetti, l'altra parte dei poteri dominanti, come Berlusconi: cambiano i media ma la ricetta è la stessa


Questa notizia non apparirà su repubblica.it che da sempre prosegue la sua lotta contro la sinistra di classe intortando la sinistra diffusa sul colore degli slip di escort e gossip. Sapete perchè? Perchè lo scontro deve essere giocato solo internamente alla nostra borghesia, si può cambiare il cavaliere, il cavallo, ma non la direzione di marcia. Per questo per quanto riguarda la politica economica De Benedetti la pensa esattamente come Berlusconi e Tremonti, lo stesso vale per l'Europa. Alla fine insomma cane non mangia cane, ed abbaiano tutti alla stessa maniera, i loro ululati li riconosci a partire dal fatto che le controriforme sul lavoro e sulle pensioni le chiamano riforme. Li riconosci dal fatto che invocano il governo economico dell'unione come panacea di tutti i mali quando in realtà sono proprio le loro ricette che hanno provocato la crisi che noi paghiamo tutti i giorni. Li riconosci dal fatto che parlano di democrazia e sono disposti a "delegare" ai tecnocrati di Bruxelles la nostra sovranità economica.CRISI: DE BENEDETTI; DRASTICI TAGLI A DEBITO,ITALIA IN TESTA «Non lasciate morire l'euro, perchè i costi, per tutti, sarebbero maggiori dei benefici». E per fare questo «c'è bisogno davvero di un drastico 'haircut' ai debiti di molti stati sovrani, Italia in testa». È questa la ricetta che Carlo De Benedetti, presidente del gruppo Espresso, traccia in un suo intervento sul Sole 24 Ore, sottolineando anche l'esigenza di riforme, «a cominciare da pensioni e lavoro», e della necessità di delegare «a un'unica entità europea» le politiche fiscali degli Stati. «Se si vuole salvare l'euro come moneta unica, non c'è alternativa a questo. Altrimenti meglio prepararsi ad un percorso pilotato verso la creazione di due euro, uno del Sud e uno del Nord», aggiunge De Benedetti.Crisi: calo consumi famiglie, -5,2%Tra il 2007 e il 2010 le famiglie italiane hanno ridotto i consumi per un importo pari a 17,6 mld di euro (dato al netto dell'inflazione). In termini percentuali, secondo una ricerca della Cgia di Mestre, la contrazione media nazionale e' stata del 5,2%. A livello territoriale, i dati complessivi indicano che la riduzione piu' forte e' avvenuta in Campania, con 2,82 mld di euro; segue la Lombardia, con 2,64 mld e, nell'ultimo gradino del podio, troviamo la Sicilia, con 2,01 mld.11/12/2010 (ANSA).