RACCONTI & OPINIONI

Anche la sanità pugliese copia le logiche privatistiche della lombardia? Dopo Medicina Democratica critiche anche Cgil


SANITÀ PUGLIA: SI PRIVILEGIA PRIVATO E NON PUBBLICO A Taranto «si chiudono due strutture ospedaliere pubbliche per farne una privata senza ragionare rispetto alle ricadute di questa operazione, intanto, sul personale che dovrebbe passare dal pubblico al privato» e «anche rispetto al fatto che se ci affidiamo completamente al sistema privato rischiamo di depotenziare quello pubblico». Lo ha sottolineato il segretario regionale della Cgil Puglia, Gianni Forte, a margine della conferenza stampa di presentazione della vertenza aperta da Cgil, Cisl e Uil col presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Il riferimento dell'esponente sindacale è alla costituzione da parte della Regione Puglia di una fondazione, la Fondazione San Raffaele del Mediterraneo, con il centro milanese San Raffaele di don Verzè. Obiettivo della 'San Raffaele del Mediterraneo' è la costruzione di un nuovo ospedale da 600 posti letto e del costo previsto di poco più di 214 milioni di euro. Secondo le previsioni, dovrebbe essere cofinanziato dalla Regione Puglia al 56% (euro 120.000.000,00) e con risorse proprie della fondazione per il 44% (euro 94.200.000,00). Nel suo sito Vendola sottolinea al riguardo che «la Fondazione messa in piedi in Puglia è a maggioranza pubblica e il bene a realizzarsi di proprietà pubblica, affidato in gestione al San Raffaele». «La fondazione San Raffaele di Milano - aggiunge Vendola nel sito - è, in base a tutti i dati pubblicati da università e organismi indipendenti negli ultimi dieci anni, tra le migliori strutture di cura e ricerca in Italia». «Un conto - ha detto Forte oggi - è tutta quella parte della sanità privata con la quale bisogna sempre trovare la giusta dimensione nel rapporto per evitare che sia predominante l'apporto dei privati sul pubblico. Ma poi ci sono queste operazioni che si stanno attivando, come quella del San Raffaele di Taranto che rischia di avere un rilievo anche nazionale, e che è un pò contrastante con l'idea di difesa del pubblico». «Questo - ha sottolineato Forte - non ci rassicura perchè sappiamo che il privato tende sempre a recuperare profitti e la salute, che è un bene supremo, non può essere oggetto di operazioni di questo tipo. Abbiamo qualche riserva e avremmo preferito ragionare di più su questo passaggio al privato». (ANSA) - BARI, 10 GENNAIO 2011