RACCONTI & OPINIONI

Libera informazione contro la crisi, comunità tra i vari soggetti interessati, dai quotidiani ai blog, dalle radio alle webtv


LA RIVOLTA E' ANCHE IN UN CLIC: MI PIACE   Il panorama dell’informazione nell’era di Internet ha subito variazioni che rendono urgente una nuova riflessione su modalità e strumenti della comunicazione. E’ evidente che la rete, pur mettendo in discussione tutto l’impianto dell’editoria e del giornalismo, apre un nuovo e ampio terreno di veicolazione dei contenuti, anche politici. Le possibilità infinite del web rischiano però di privilegiare i giornali a grande diffusione cartacea – quotidiani mainstream come Repubblica o il Corriere della Sera hanno un successo forse ancora maggiore su Internet, lasciando uno spazio marginale alle testate minori. Il sistema, in sostanza, non produce niente di nuovo. L’altra faccia della medaglia è costituita, però, dal fenomeno dei Social Network. Ampiamente studiato a livello sociologico, è forse una delle espressioni emblematiche dell’individualismo che permea la società. La pagina personale di un Social Network dà la possibilità di esporre la propria vita e le proprie idee nell’illusione di poter incidere nell’informazione e nella comunicazione di massa. La rigida strutturazione di una piattaforma come Facebook, dal punto di vista grafico, non permette di stabilire un ordine di rilevanza a partire dai contenuti trasmessi: l’utilizzo di un’applicazione – gioco, oroscopo, ecc. - e la pubblicazione di una notizia o di una riflessione su tematiche di attualità hanno lo stesso rilievo e la stessa forma all’interno della pagina. Questa frammentarietà è lo specchio di un processo di precarizzazione della società stessa, riscontrabile, soprattutto dai giovani, a tutti i livelli: istruzione, lavoro, diritti, ecc. Inoltre accentua il meccanismo di delega che si vive in una fase di crisi della politica come quello in cui siamo: è evidente lo scarto tra quanti seguono gruppi e blog di critica al governo rispetto al dato palese della costante disaffezione all’impegno politico quotidiano. Soprattutto a sinistra si tende spesso a indicare questi strumenti come manifestazioni di una tendenza della società all’alienazione. Ma c’è da dire che sono proprio i Social Network che in alcuni casi hanno permesso la veicolazione di contenuti e di informazioni anche in contesti di rivolta, come quelli di Egitto e Tunisia: forse questo spiega perché, in paesi in cui la democrazia è a rischio, siti come Facebook e Twitter sono i primi ad essere oscurati. Nella società della comunicazione però non ha più senso analizzare i pro e i contro di uno strumento che sicuramente non è neutro, ma vale la pena ragionare su come utilizzare lo strumento stesso. All’interno della società mediatica di massa non esiste neutralità: il sistema di informazione attuale non stimola il dibattito perché è univoco, ovvero presenta sempre una sola ottica, quella dominante. Così si continua a parlare di crisi economica senza mai mettere in discussione il sistema che l’ha provocata. Lo strumento di Internet ha dato la possibilità agli studenti di eludere le gabbie del giornalismo mainstream, veicolando un’analisi che altrimenti non avrebbe avuto spazio. La nascita del sito di Ateneinrivolta.org, durante un movimento mediatizzato come quello dell’Onda nel 2008, deriva da questo: la necessità di diffondere le discussioni e le analisi degli studenti in rivolta, superando la parzialità tipica dell’informazione televisiva e dei quotidiani. La struttura di Ateneinrivolta.org è infatti specchio diretto dell’analisi politica degli studenti e delle studentesse che all’interno dell’università costruiscono i collettivi e che hanno dato vita ai grandi movimenti studenteschi degli ultimi anni. L’obiettivo è l’università sociale, autogovernata da tutte le soggettività che la compongono. Per questo oltre al dibattito riguardo la formazione tutta e l’università in particolare, il sito presenta sezioni dedicate alla questione di genere, che integrano l’analisi dal punto di vista delle donne e delle soggettività Lgbti (Lesbiche Gay Bisessuali Transessuali Intersessuali). Il sito, inoltre, non si propone solo come strumento degli studenti per gli studenti, ma si interroga anche in merito alle problematiche del mondo del lavoro, della ricerca, della guerra e dei beni comuni. La nostra idea di università non prescinde dal sistema in cui la formazione e il mondo del lavoro sono inseriti: particolare attenzione è dedicata soprattutto a quelle realtà “in rivolta” per la difesa o la conquista di diritti. Abbiamo inoltre cercato di creare un sito efficace e capace di coniugare forma e contenuto, inserendo anche foto, video e collegamenti audio. L’utilizzo di strumenti multimediali costringe ad una continua riflessione sul linguaggio e sul tipo di interazione che si vuole avere con chi sta dall’altra parte dello schermo. Per amplificare la risonanza ed aumentare la diffusione dei contenuti del sito, abbiamo scelto di utilizzare anche quegli stessi Social Network di cui abbiamo già parlato. Il tutto è finalizzato non solo alla trasmissione di informazioni, ma è anche un tentativo di ricostruzione di un nuovo immaginario sociale, che possa suscitare, nei giovani in particolare, un sentimento “di rivolta” e di lotta per la conquista di un presente ed un futuro migliore.  Laura Berardi, Natascia CirimeleAteneinrivolta.org10/02/2011(Articolo tratto dallo speciale di Liberazione "Comunicazione&Lotte" del 10 febbraio 2011)