RACCONTI & OPINIONI

Ricordo in memoria di Fabio Mazziotti, un giurista del lavoro, impegnato anche politicamente dalla parte dei lavoratori


Addio a un “maestro” che mi ha onorato della sua amicizia Ci sono momenti in cui, per esprimere compiutamente una condizione di sbigottimento e di dolore, non sarebbero sufficienti tutte le parole del mondo e il silenzio resta l’unico modo per manifestare al meglio la condizione emotiva che ci travolge.E’ quanto ho vissuto appena pochi giorni or sono; nell’apprendere, in modo del tutto inaspettato, della scomparsa di Fabio Mazziotti.Pressappoco nel 2002, grazie ad un suo ex allievo - dopo averlo (già) ampiamente apprezzato attraverso la lettura di alcuni dei suoi numerosi testi - lo avevo conosciuto personalmente.All’epoca, ancora intensamente impegnato nell’attività sindacale, con particolare interesse alle politiche del lavoro, mi avvicinai con grande timore reverenziale all’illustre docente di Diritto del lavoro, ma non impiegai molto per realizzare di essere stato particolarmente favorito dalla sorte.Dopo poche battute, “il Professore” m’invitò al più familiare “tu”, s’interessò concretamente ad alcuni aspetti specifici dell’incarico sindacale affidatomi e, con mio grande imbarazzo, volle - addirittura - conoscere il mio parere su di un suo saggio “Sull’età dello Statuto” che si apprestava a concludere e che qualche anno dopo avrebbe riscosso grande successo - di pubblico e tra gli “addetti ai lavori” - in occasione della presentazione presso la Stazione marittima di Napoli. Alcuni altri incontri, nello “studiolo” nel quale accoglieva i suoi allievi, presso la facoltà di Giurisprudenza della “Federico II”, rappresentarono altrettante occasioni per chiacchierare quasi “alla pari”. Infatti, Fabio - con particolare disponibilità al confronto, rara signorilità e altrettanta saggezza - rendeva possibile coniugare ed elevare le mie conoscenze pratiche ed esperienze “sul campo”, al suo non comune livello di teorico del diritto.Fu quindi per me naturale, qualche anno dopo, chiedergli un contributo di merito che “arricchisse” un mio testo di commento al decreto legislativo 276/03.Le sue argute e brillanti considerazioni sulla “Ricaduta sociale della flessibilità, esigenza di tutela dei lavoratori precari e mutamento di tendenza della più recente legislazione” determinarono il successo (altrimenti immeritato) della prima edizione de: “Le tipologie contrattuali”.Anche nel 2004, in occasione della pubblicazione della seconda edizione, il mio lavoro fu impreziosito dal suo fondamentale apporto.I contenuti del suo breve saggio e le considerazioni espresse, rispetto ai processi di “Esternalizzazione: appalto e trasferimento d’azienda”, rappresentano, ancora oggi, alcune delle pagine più pregevoli della letteratura di merito.Il tutto, offerto con sincero affetto, disinteresse assoluto e inusuale modestia.A ulteriore conferma della sua generosità e disponibilità umana e professionale, vale la pena di ricordare una pagina ai più poco nota.Nel lontanissimo, 1979 Fabio diede la sua disponibilità a guidare da capolista una delle tante, purtroppo fallimentari, esperienze di aggregazione della sinistra. Fu candidato alla Camera per la lista di Nuova Sinistra Unita.Si lanciò senza risparmio nella campagna elettorale, percorrendo per settimane le strade del sud della provincia di Salerno, dando, anche in quell’occasione, una lezione insieme di stile e di vita.La gratuità, allora come oggi, non appartiene a tutti. Anche di questo dovremmo fare tesoro onorando un “maestro”, prima ancora che un eccellente ed esemplare docente universitario. breve ricordo in onore del caro compagno (ed amico personale) Fabio Mazziottidi Renato FiorettiCollaboratore redazione Lavoro e Salute